2023 dall’8 al 19 marzo
Sembra incredibile, ma pare che la maggior parte di Tour Operator ed Agenzie viaggi siano abituati ai Cash-Cows piuttosto che a Viaggiatori; chiedere di organizzare il viaggio in funzione dei propri interessi sembra sia un’operazione impossibile: mi sono rivolto a 2 Operatori italiani che si dichiaravano specializzati sulla destinazione e ad altrettanti “locali” con il risultato che,
- Per Wadi Rum, mi proponevano Voli in Mongolfiera, Campi Lussuosi al di fuori dall’area protetta ed escursioni in Jeep preconfezionate e non personalizzabili, ad orari fissi.
- Per Amman, spiegando che volevo “tempo libero” per una cena “tipica” mi è stata pure consigliata una cena in un ristorante libanese, che si trovava nella struttura dell’albergo propostomi,
- non parliamo poi di alcuni programmi di spostamenti che avrebbero portato a viaggiare per 400km nella stessa giornata dando, forse, il tempo per vedere solo gli ingressi dei siti proposti.
Dopo aver segnalato i dubbi per quanto sopra, in 2 casi non abbiamo più ricevuto risposte, agli altri data l’insistenza su pacchetti non interessanti, abbiamo detto “anche No, Grazie”. “Fai da te” è risultata la scelta migliore tanto in termini di flessibilità che di risultato e contatti umani con persone locali oltre che, ovviamente, in termini economici. Per dare un’idea, da “casa a casa”, includendo “tutto” come Noleggio Vettura, Volo, Alberghi … e Regali, Posteggio della mia macchina a Venezia, Pedaggi, Benzine e quanto ancora immaginabile, alla fine, abbiamo pagato circa 4.200 euro in due, tutto, ma proprio tutto incluso, senza andare al risparmio. L’abbiamo gestita così: Volo WIZZAIR Venezia-Amman, Macchina a noleggio con MONTECAR di Amman, alberghi prenotati tramite un sito online, mentre per la notte e le escursioni nel Wadi Room abbiamo selezionato le strutture che si propongono online, facendo attenzione alla coerenza delle loro risposte, siamo quindi arrivati da ARABIAN NIGHTS. Abbiamo acquistato il Jordan Pass online, quello che permette l’ingresso a Petra per 3 giorni. In loco avremmo pagato solo Benzina, Pasti, Mance e Regali, pagati spesso con Carta di Credito, talvolta in Contanti.
8 marzo – Festa della Donna! Partiti puntuali verso le 11, atterriamo in anticipo ad Amman, prima delle 17 ora locale. Un bel volo, durante il quale facciamo amicizia con il passeggero seduto accanto a noi, Gehad, è Giordano, ma vive in Italia da 30 anni ed è pure mio collega, Lui per paesi Arabi, Io per paesi di lingua tedesca. 3 ore di conversazione su diversi argomenti della recente storia italiana e mediterranea, in particolare, per un atto di terrorismo internazionale di alcuni decenni addietro, ci dà una versione, plausibile, che mi sorprende. L’interessante conversazione ci fa trascorrere velocemente il tempo di un volo tranquillo accompagnato da un panorama affascinante. Gehad ci attende al ritiro bagagli, mi assiste nell’acquisto della SIM locale, poi ci scambiamo i numeri telefonici, con la promessa di vederci ad Amman, prima di partire, quindi attende con noi l’arrivo della vettura a noleggio, infatti Mantecar, ci viene a prendere direttamente in Aeroporto. Ammiriamo la macchina con cui ci accolgono, per poi scoprire che hanno fatto un Upgrade. Avevo prenotato per avere un “cambio Manuale” e ci danno un “Automatico”: è l’unica mia perplessità. Definite le pratiche come da prenotazione online, aggiungono, inclusi nel prezzo, anche il Navigatore e la Connessione WiFi portatile. Il sole tramonta mentre noi ci avviamo verso Madaba, per miei primi 30km di guida Giordana ed Automatica; all’automatico mi abituerò quasi subito, alla guida Giordana… NO! Mi incoraggio comunque dicendomi che, se ho Affrontato la circonvallazione di Napoli ed il GRA di Roma, posso fare pure questo … e così sarà! Raggiunta Madaba ci accasiamo all’albergo MOSAIC CITY da dove usciamo immediatamente diretti ad un Cambio Valute, con ottimo servizio, poi attraversiamo la strada, svoltiamo in un a quasi parallela ed in 50m raggiungiamo la meta: il CAROB HOUSE, piccolo, grazioso, pulito, quasi elegante, ma soprattutto Gustoso ristorante. Non abbiamo prenotato, ma c’è poca gente e possiamo scegliere il posto. Questa sera scopriremo l’Humus oltre a molte altre buone cose ed un ottimo vino rosso, che rimarrà l’unico per tutta la durata del viaggio. Dopo cena resta il tempo per una passeggiata per la città prima di raggiungere Morfeo.



9 marzo, giovedì – Ci svegliamo presto, inizia l’intenso programma su strade sconosciute, in un paese nuovo, con il cambio automatico che mi spaventa ancora. Terminata la colazione, chiusi i bagagli e riorganizzato il mio zaino con l’attrezzatura fotografica carichiamo tutto in bagagliaio, ma con le mie fide Canon800 a portata di mano. Predispongo la mia Dash-Cam, imposto in navigatore che funziona male e per sicurezza attivo anche il mio GPS per registrare le tracce, poi si parte…….. “Inch Allah”. Il programma prevede la prima sosta ad UM AS-RASAS, poi percorreremo la Kings Highway sino a KERAK da dove proseguiremo alla volta di DANA. Arriviamo ad Um As-Raasas verso le 9.30 quando i pochissimi visitatori di una comitiva stanno partendo, batte un po’ di vento e nonostante il sole fa ancora freschetto. Trascorriamo un’ora circa visitando il sito e saltandone alcune piccole parti, poi una pausa all’adiacente cimitero islamico prima di riavviarci. In pochi km raggiungiamo la strada principale e dopo una ulteriore manciata di km iniziamo la discesa al Wadi Mujib: qui la sosta è d’obbligo! Sosta che bisseremo anche sul versante opposto, apprezzando il panorama dai due versanti e bevendo un tea alla seconda sosta. Guideremo per altri 50km prima di raggiungere Kerak, percorrendo una strada scorrevole con l’unico rallentamento a Rabba. A Kerak mi distraggo e, saltata la deviazione per la città alta, devo fare inversione, perdo però solo pochi minuti. Troviamo subito un posteggio “riservato” tatticamente, con delle sedie, dai “Buttadentro” di una trattoria; ne approfittiamo e promettiamo di tornare a mangiare da loro dopo la visita al castello. Tanto il castello che la trattoria risulteranno deludenti, così, prima di ripartire faccio una breve deviazione fotografica nei viottoli retrostanti, notando un ristorantino molto più accattivante… peccato! Comunque abbiamo perso poco tempo e speso ancor meno. Lungo il percorso una deviazione per lavori ci farà attraversare alcuni villaggi che altrimenti sarebbero rimasti esclusi dal percorso e dopo altri 85 km raggiungiamo finalmente lo Jabal Dana hotel. Il sole è ancora alto, e, mentre stiamo scaricando i bagagli un responsabile dell’“hotel” ci raggiunge chiedendoci se abbiamo una prenotazione, alla mia risposta affermativa mi dice un nome che non è il mio sostenendo che è l’ultima camera rimasta, gli rispondo semplicemente che la conferma della prenotazione è in valigia, così lui, perplesso, mi accompagna alla camera. Raggiunta la camera e posati i bagagli che NON intendo riprendere, gli mostro la Mail inviata il giorno prima con cui comunicavamo l’ora di arrivo, che sostiene di non aver ricevuto, e mentre ancora ribadisce di non trovare la mia mail, gli metto in mano la “Conferma Prenotazione” ricevuta 2 mesi prima da loro (in arabo) avuta dal sito di prenotazioni online oltre alla copia della Mail con la quale, confermando la prenotazione, rispondevano a mie richieste integrative. A questo punto l’uomo, rassegnato, non dice più nulla e riparte lasciandoci appezzare il panorama sulla vallata sottostante. Sottostante nel senso esatto del termine! Non è propriamente un Hotel, direi più un gruppo di Bungalow in muratura, alcuni ancora in costruzione, molto semplici e piccoli con un riscaldamento “elettrico” molto debole; di Hotel ha solo il prezzo, ma il panorama ripaga tutto. All’approssimarsi del tramonto crolla la temperatura e s’alza il vento, così raggiungiamo la “sala comune” per la cena, protetti da giacca a vento e berretto di lana. Ceneremo affacciati ad una parete a vetri orientata verso il tramonto, cena self-service, abbondante ed interessante, riscaldati da stufe a gas. La notte sarà freddina in attesa del panorama mattutino che, da solo, ripaga della scomodità della notte.














10 marzo, venerdì – Una buona colazione nella terrazza panoramica dell’“ALBERGO”. Poi, dopo aver pagato in contanti, ci attardiamo ad ammirare il panorama scattando ancora qualche fotografia; batte ancora vento, fa fresco, ma il cielo è limpido: scalderà a breve. Mi fermo ad un vicino distributore per fare il pieno, qui i personaggi e l’ambiente non mi ispirano, oltretutto mi dicono subito che “Only Cash”, allora gli dico e poi scrivo per sicurezza, “Only 30 Dinar” e mentre riforniscono controllo l’erogatore. Proseguiamo poi diretti all’autostrada che collega Amman con Aqaba. Alcune deviazioni e rallentamenti per lavori oltre ad un fondo un po’ sconnesso, ma panorami mozzafiato. A pochi km dall’uscita per Wadi Rum dobbiamo fermarci, la voglia di una foto ricordo è troppo pressante, poi ripartiamo ed in 40’ siamo al Centro Visite, ad un tiro di sasso dai “7 Pilastri” alla vista dei quali il Lawrence che è in me inizia a provare un po’ di emozione. L’emozione la raffreddiamo allora con un gelato! Percorsi altri 15km raggiungiamo il villaggio di Wadi Rum, dove lasciamo la macchina per imbarcarci sul Pick-up che abbiamo prenotato e che ci attende puntuale con un autista cordiale e discreto, che si rileverà anche simpatico e flessibile. Caricati gli zaini, fatto il pieno di gasolio e bottiglie d’acqua si parte, seduti nel cassone, con la brezza del deserto che ci accarezza il viso diretti dapprima all’accampamento, dove lasceremo lo zaino per la notte, ripartendo subito con quello fotografico e la giacca a vento. Accampamento? Più che un accampamento sembra un Hotel di lusso in mezzo alla sabbia, sotto pareti rosse di arenaria. Una camera enorme, ed un bagno che non ti aspetti. Abbiamo pagato si, ma anche per questo: bagno in camera e vista panoramica dalle tre pareti vetrate. Il deserto ci attende; sino ad ora, escludendo l’Egitto e Perù dove avevo viaggiato su strade asfaltate, la mia unica esperienza di deserto risale a 36 anni prima, nel sud della Tunisia, ma non era deserto di sabbia. Mentre partiamo avvio il GPS per registrare la traccia, poi mi lasio avvolgere dal paesaggio. Scatto e scatto, scatto ancora con le fide Canon. Canyon di Burrah, Dune di Sabbia, Grande Arco, Casa di Lawrence, poi a tardo pomeriggio un ulteriore Arco, sono tutti affollati di turisti, alcuni punti interessanti, ma molto affollati, poi l’autista ci “abbandona” all’inizio di un Canyon spiegando che ci attenderà dalla parte opposta, io lo so e l’ho capito, la moglie si è distratta o non ricorda di averlo letto così, lasciata l’acqua in Jeep, quando realizza che si cammina da soli, …… finalmente soli … entra in panico. Fortunatamente le passa subito, appena inizia a percepire il fresco effetto del Canyon ombreggiato; ci arrampichiamo su qualche facile roccetta e poco dopo si vede l’uscita dove è nuovamente ressa di surfisti sulle dune. Ora la sorpresa tocca a me: convinto di rientrare al campo, mi rendo conto che Salam, così si chiama l’autista Guida, invece di rientrare come pensavo prosegue guidando in direzione sud, nella stessa direzione procedono altre 3 jeep, e dopo qualche km si ferma nei pressi di alcune rocce, e mi indica un punto su di esse, dicendo che ci attenderà alla macchina. Ora mi è chiaro: quello che 3 agenzie avevano detto essere “impossibile” questo Camp lo realizza: ammirerò il tramonto da quella terrazza di roccia. Assunta preferisce attendere sotto. Io ammirerò dall’alto, con vista sul deserto sottostante e le montagne sullo sfondo, assieme ad altri 20 turisti, tranquilli rilassati ed estasiati. Gli autisti arriveranno anche a portarci un tea, il nostro “Tea nel Deserto” 😊. Grazie ARABIAN NIGHTS, bel Camp, interessante il primo percorso, ed uno splendido tramonto al termine della giornata. Prima che faccia completamente buio scendo, prelevo Assunta e saliamo in Jeep, ora Salam ci fa accomodare all’interno perché la temperatura e cambiata completamente. Rientrati in camera abbiamo appena il tempo per una rinfrescata veloce, perché in 20’ si cena e perché non abbiamo acceso la caldaia per l’acqua calda, ci penseremo dopo.
La cena nella tenda, con le guide autisti e responsabili del Camp è particolare, ovviamente insolita. Un gruppo di Spagnoli festeggia un compleanno, poi Svizzeri e Belgi, di italiani solo noi: 30 persone al massimo. Dopo cena rientriamo per accendere la caldaia e pausa doccia. Si, “pausa doccia”, perché la notte deve ancora giovane e la Canon munita di grandangolo scalpita! …saranno fotografie fino alle 2 del mattino, poi nuovamente dopo le 6. L’effetto della luce della luna che illumina le pareti di roccia nell’oscurità quasi totale è particolare. Le luci del Camp si sono spente verso le 23, come quelle dell’altro camp a 1 km di distanza, resta solo il lontano riverbero dell’inquinamento luminoso nella direzione di Aqaba… e mi chiedo: Come sarà, in una notte senza luna, fotografare in direzione Sud? Spero di scoprirlo in una prossima occasione. Durante la Cena, con Salam ed il responsabile del Campo abbiamo valutato un programma per il giorno seguente, costruito sulla base delle nostre osservazioni.




















11 marzo, sabato Dopo la Notte magica e fotogenica in cui non ho quasi chiuso occhio, mi alzo che sta iniziando ad albeggiare e continuo l’opera immortalando il panorama, questa volta con entrambe le Canon. Poi a colazione prima di imbarcarci sul nostro Pick-Up “personale”. Alle 9 di mattina fa ancora fresco! La prima tappa sarà l’arco di roccia di Um Fruth che il pomeriggio precedente era una bolgia, questa mattina no, sarà vivibile e fotografabile. Simpatico l’intermezzo del bambino arabo che gioca a pallone con i turisti sotto l’arco. Un tea con biscotti nella tenda beduina e qualche acquisto di souvenir prima di ripartire verso sud. Salam ci ha informati, viaggeremo per circa 40minuti sino a quello che chiama “Withe Desert” così Assunta si accomoda in cabina mentre io, stoicamente, resisto sul cassone con la giacca a vento, accompagnato dalle fide Canon, sfidando il vento che a tratti alza mulinelli di sabbia. Cammelli e qualche uccello sono gli unici incontri che facciamo lungo questo tragitto al termine del quale Salam ci indica il percorso. “Sono circa 15 minuti di salita, poi prendetevi tutto il tempo che vi serve” dice. Prendiamo anche l’acqua mentre arriva una seconda Jeep con quattro spagnoli con i quali iniziamo l’arrampicata. La salita è breve, ma farla sulla sabbia fine non è una passeggiata. Lo spettacolo che ci si presenta una volta raggiunti i terrazzamenti rocciosi vale tutto lo sforzo fatto: sotto di noi si estende il deserto in un panorama che si estende per chilometri, sin oltre alle montagne che si alzano dalla sabbia. Montagne e sabbia a perdita d’occhio! Rocce colorate scavate dal Vento. Salam mi ha tranquillizzato (od almeno ci ha provato) “Non ci sono serpenti, fa troppo freddo”, ma lo Stellagama Stellio di circa 40cm che prende il sole lo troviamo, fortunatamente per me, ha le zampe 😊 Ci siamo presi il tempo che volevamo così, salutati gli spagnoli, scendiamo, per rocce ruvide e sabbia morbida, sino alla Jeep, con la quale, dopo un paio di foto ricordo, ripartiamo attraversando un’altra porzione di deserto diretti al villaggio di Wadi Rum, da dove, ripresa la macchina partiremo alla volta di Petra. Una serie di cantieri sulla Highway ci deviano e mi ritrovo così a percorrere una strada diversa da quella che avevo previsto. Anche l’albergo di Petra non è granché… “Luxury” solo di nome! Ci avevano detto che per cena non serviva prenotare, ma non avevano aggiunto che “sarebbe stato inutile perché non aprivano il ristorante solo per noi”. Ad ogni modo il ragazzo alla Reception è cortese e ci fornisce una caterva di informazioni, anche non richieste, ma utili nel complesso. Così, invece di cenare in albergo come sarebbe stata nostra intenzione siamo costretti ad uscire avviandoci alla ricerca di un ristorante… Il più vicino ci fa sentire spettatori di una barzelletta: appare deserto, con i camerieri seduti ai tavoli dell’ingresso che, come entriamo, scattano in piedi avvisandoci che “aprono alle 19.30”, guardo l’orologio e vedo che sono le 19.15 ma ci invitano a ripassare dopo l’orario di apertura! Noi obbediamo e ci passeremo davanti dopo….. dopo aver cenato bene al ristorante che troveremo 400 metri oltre.
















12 Marzo, Domenica – È il nostro gran giorno, oggi realizziamo un sogno: PETRA! Sveglia alle 5, ritiriamo i pacchetti per la colazione che ci hanno preparato in albergo e ci avviamo a piedi sino all’ingresso del Centro Visite che dista solo 800m. Manca poco alle 6.00, l’orario di apertura, così ci mettiamo in coda alla biglietteria assieme ad altri turisti, per far convalidare il Jordan pass e ritirare il biglietto, che sarà valido per 3 giorni. La biglietteria aprirà un po’ più tardi, ma nessuno dei presenti avrà né da lamentarsi, né da saltare italianamente la coda: c’è posto per tutti: per ora siamo 15 o 20, così appena ritirati i biglietti, raggiungiamo il controllo documenti e subito siamo dentro, li dove inizia il percorso. Un viale, dapprima ampio, costeggia alcune tombe, poi si trasforma nel più noto SIQ. Affascinante ed interessante. C’è molto da ammirare già prima del momento magico quello vissuto sino ad ora, solo nei film o nei documentari, quello in cui, al termine del SIQ appare il TESORO. Qui oltre al Tesoro c’è da ammirare anche la civiltà dei turisti: senza dirci nulla ci mettiamo tranquillamente in disparte, a turno, per non impallare le fotografie degli altri, qualcuno chiede anche di farsi fotografare; I primi cammelli per turisti sono già in posa: sono le 6.30 circa. Sappiamo da tempo che il Tesoro è solo uno dei molti edifici di Petra più famoso di altri ben più interessanti, sappiamo da tempo che a Petra si deve camminare ed ancor più noi che siamo contrari allo sfruttamento degli animali per questi scopi, animali che talvolta non hanno un bell’aspetto, siamo quindi ben disposti a passeggiare. Oggi proseguiremo sino al Bacin, lungo le Tombe Reali, attraverso il Grande Tempio, la Basilica e lungo il sentiero sino li…. sino a dove le mie Vertigini lo permetteranno, poi rientriamo per lo stesso percorso, con una sosta ai negozi dell’ingresso ed una gran fregatura al Caffe per Turisti con prezzi strabilianti. A Fine giornata avremo percorso circa 14 km. All’albergo ci propongono di cenare, ma decliniamo; tenteremo nuovamente alla “barzelletta” della sera precedente dove, alle 19.40, sempre con sale completamente vuote, ci comunicano che “Oggi c’è menù Fisso”; Grazie no! 400m oltre ci accomodiamo al LITTLE PETRA Restaurant prospicente a quello visitato la sera prima. Si tratta di un Fast Food, dove la cortesia è di casa e l’ambiente gradevole: non conoscendo i piatti, spiego al gestore che vorremmo provare “di tutto un po’” indicando le preferenze sul menu e Lui, senza obiettare, si avvia alla cucina per le orinazioni. Ne usciremo “gradevolmente satolli” dopo aver assaggiato cibi interessanti ed altri un po’ meno, ma soprattutto dopo aver pagato una piccolezza! … talmente poco che decido di lasciare anche una abbondante mancia per il buon servizio. Lungo il percorso di rientro passeremo nuovamente davanti al Ristorante “Barzelletta” … costantemente vuoto.










13 Marzo – Lunedì: TANTI AUGURI A ME! Subito dopo colazione inizia il Buongiorno. Appena usciti dall’albergo, dopo 200m, rischio di inciampare su qualche cosa che attira la mia attenzione: Banconote. Non ho ancora la coscienza del loro valore, comunque mi fermo, guardo in giro cercando chi le può aver perse, ma non scorgo nessuno. Ipotizzo di essere oggetto di una Candid-Camera, ma non vedo neppure macchine ferme, furgoni, cespugli o nascondigli d’altro genere, nessuno. Quasi istintivamente le raccogliamo pensando che all’ingresso del Sito archeologico c’è una stazione di Polizia, poi camminando ci diciamo… ok la polizia, ok qualcun altro, ma… sono contanti e come si fa a trovare chi li ha persi? Camminando prendiamo la decisione: lo interpretiamo come un regalo di compleanno, cercheremo di condividerlo in loco in qualche modo e così iniziamo a contare scoprendo che sono circa l’equivalente dei nostri 2 Jordan-Pass. Mi dispiace per chi li ha persi, ma come lo ritrovo? Oppure come posso essere certo che li riceva proprio lui e non li trattenga qualcun’ altro? Il programma della giornata è intenso e lungo, così decidiamo di condividere una parte della fortuna con gli addetti al trasporto con le macchinette Elettriche acquistando 2 biglietti andata e ritorno, in questo modo risparmieremo alcuni km di percorso. Giunti al Tesoro inizia l’avventura. La prima pausa sarà al Bacin, per una spremuta, prima di iniziare la salita a quella che ci è stato detto essere una meta impegnativa: Il Monastero. L’unica vera difficoltà che affronteremo sarà il destreggiarci tra i venditori che affollano il percorso e gli effluvi delle deiezioni di Cavalli ed Asini. Arriveremo al Monastero in un batter d’occhio senza rendercene conto e con qualche pausa e deviazione lungo la salita. Dal Monastero decideremo di proseguire oltre, lungo il percorso che sale da Piccola Petra poi, mentre Assunta dichiara la resa e propone tornare al punto di ristoro concordiamo che Lei ci vada e trovi un posto, mentre io, da solo, proseguirò, raggiungendo altri due punti panoramici, uno dei quali completamente deserto. Topo circa un’ora di passeggiata e panorami raggiungerò Assunta al fresco. Resteremo li un’altra oretta, mentre il flusso dei Turisti aumenta, aumenta ad aumenta ancora. La discesa sarà ancora più veloce, nonostante l’affollamento incredibile. Contando di fare acquisti ai negozi del centro visite ci affrettiamo per raggiungere l’area del Tesoro da dove con le Cable Car rientreremo, ma raggiunta l’area da cui partono restiamo basiti: è un luogo stretto tra pareti di roccia, ora affollato come all’ingresso di uno stadio prima di un derby. Subito mi colpisce la coda che stimo essere di 150/200 persone; vado dai venditori di biglietti delle cable Car per informarmi e mi rispondo che “Tutti, con o senza biglietto pre-acquistato devono attendere in coda”. OK, ci accodiamo! … ma dopo 20 minuti constatiamo come a fronte della coda che in aumento non arrivano macchinette elettriche a smaltirla e quando finalmente ne arriva una pare di vedere una scenda del film “Ombre Rosse”. Lo sguardo che ci scambiamo con Assunta non richiede parole così, dopo aver regalato i due biglietti pre-acquistati alle due signore spagnole con cui abbiamo fatto conoscenza, ci avviamo a piedi lungo il Siq. Per raggiungere il Centro visite abbiamo impiegato circa 30 minuti durante i quali solo 3 Cable Car sono passate in direzione del tesoro, ce da chiedersi allora in quanto tempo quella coda di 150/200 persone in aumento, possa essere stata smaltita con cable car che portavano 4-8 persone ciascuna? A fine della visita la traccia GPS indicherà 18km a piedi. Gli acquisti ai negozi non li abbiamo fatti, abbiamo raggiunto direttamente l’albergo per una doccia e per poi dirigerci nuovamente al LITTLE PETRA restaurant dove il gestore ci ha subito riconosciuti e pure il cuoco è venuto a salutarci personalmente, abbiamo ordinato usando le fotografie della cena della sera precedente: meno piatti, ma quelli graditi! Ancora un’ottima cena ed una mancia al personale, poi il rientro in albergo.










14 marzo Martedì Il nostro programma in origine ipotizzava un’ulteriore passeggiata a Petra prima di raggiungere Piccola Petra e poi partire, ma il cielo e le previsioni meteo ci hanno convinti a modificare i piani. Dopo colazione, caricati a bagagli e partiti, abbiamo appena il tempo per 2 foto panoramiche della Valle di Petra prima che il cielo cominci a liquefarsi! A Piccola Petra abbiamo ammirato l’ingresso dalla macchina, senza scendere dato il diluvio, siamo quindi ripartiti diretti a Shobak che abbiamo trovato chiuso. A quel punto, sotto nuvoloni intensi e pioggerella intermittente abbiamo optato per raggiungere il Mar Morto e costeggiarlo per circa 50km prima di risalire alla volta di Madaba e pernottare al BLACK IRIS 2. Prima di cena una Interessante passeggiata dall’albergo al centro città ci ha permesso di ammirare una serie di negozietti al di fuori del giro turistico, poi la sosta ristoratrice per una Cena interessante allo JAW ZAMAN, un ristorante libanese in centro città, prima di un’altra passeggiata notturna.
















15 marzo Mercoledì Oggi sarà uno dei percorsi più lunghi del viaggio: visiteremo i Castelli del Deserto per poi raggiungere Amman. Partiremo verso le 9.00 diretti prima ad Al–Khrana con tanto vento e pochi turisti, poi visiteremo Qsar Amra: un vero gioiello con i suoi affreschi unici. La sosta successiva è Al-Azraq. Quindi, avendo ancora tempo cercheremo di raggiungere anche Al-Usaykhim, ma, le piogge del giorno prima hanno danneggiato parte della strada sterrata costringendoci così ad abortire il tentativo a soli pochi km dalla meta. Decidiamo a questo punto di iniziare il percorso che ci porterà ad Amman. Appena passata Russeifa, il concetto “fin qui tutto bene” non ha più senso: entrati nell’area di Amman iniziano le deviazioni per cantieri che ci portano fuori dalle strade principali, su e giù per “Discese Ardite”, ma senza “le risa di te”, e poi le “risalite” e le curve secche in un traffico di macchine che ci avvolge da tutti i lati, tranne sotto e sopra. Ed allora decido: guido come loro, anche se la MG che mi hanno dato non ha cambio manuale e nemmeno potenza: guido però deciso, mentre Assunta, impietrita, smette di filmare, ora guaisce pure il suo cellulare! “Tutto Bene!” Dopo aver passato il GRA e la Circumvesuviana, ed alcune strade in Romania, sono solo passato al “livello superiore” del Videogioco. Anche il ghiaccio ed il vento Islandesi ora sembrano bazzecole! “E’ andato Tutto bene!” Abbiamo raggiunto l’albergo The Castle! Dove però non tutto andrà bene! Pur recente ed esteticamente gradevole riscontreremo disguidi già all’arrivo: Posteggio garantito “privato” che si rivela essere un Marciapiede sulla strada trafficata, asciugamani Bagnati che ci cambieranno dopo 2 ore dall’arrivo, il Ristorante, pubblicizzato sia sul sito, che sulla mail di conferma per il quale mi avevano scritto “non serve Prenotare”, ora risulta essere un “Ordina fuori, lo riceviamo in Reception dove vieni a prenderetelo per mangiare in camera” Che simpaticoni sono al THE CASTLE HOTEL !
La pochezza e monotonia della colazione, la mancanza di pulizia quotidiana delle camere e la superficialità di alcuni dipendenti faranno il resto. Ceneremo in un ristorante al piano panoramico sopra il vicino AREFA MALL, ammirando le luci della sera sulla città ed attendendo la cena per un tempo interminabile, forse hanno allevato la mucca da cui abbiamo chiesto la bistecca. Anche qui la cottura si è attivata dopo il cazziatone al cameriere al quale ho spiegato che, dopo 40 minuti di cottura la bistecca sarebbe stata bruciata, quindi avrei atteso ancora 10 minuti prima di andarmene pagando solo l’acqua minerale bevuta! Dopo pochi minuti, la bistecca era cotta perfettamente. Questa sera Niente mancia!










16 Marzo Giovedì Poco costa, poco offre. Anche la colazione appare minimalista e così, dopo la minima colazione, prendiamo i dolci che ci siamo comprati la sera prima e partiamo alla volta di Al Salt. Si tratta di una piccola cittadina, a circa 30km ad Est di Amman, pur inserita nella lista del Patrimonio Unesco è ancora poco conosciuta. Ci si arriva facilmente e si posteggia comodamente nel parcheggio pubblico interrato e gratuito, che si trova sotto la piazza principale. L’ingresso al posteggio è proprio davanti al Museo archeologico, sul lato opposto della strada. Al nostro arrivo il posteggio appare semivuoto, forse poco conosciuto, certamente non pubblicizzato. Dal posteggio risaliamo subito al piano superiore che è un parco/giardino, da dove arriva musica, ci ritroviamo nel mezzo di un evento che consiste nella presentazione di prodotti tipici Alimentarie d Artigianali, prodotti da donne ed associazioni. dolcetti che acquistiamo e mangiamo immediatamente sono ottimi! Da qui, dopo un breve giro si dirigiamo subito al vicino Souk di Hamman Street ed iniziamo a camminare, senza meta, ammirando tutto ciò che troviamo: banchetti di Verdura e Frutta, Negozi di Profumi, e di ogni altro tipo, in alcune vie laterali panifici, calzolai, e tanta gente, la sensazione è gradevole, si gira facilmente, poi raggiungiamo la piazza Al-Ain su cui si affaccia la Grande Moschea e nella quale alcuni uomini sono intenti ad un gioco di società, qui faccio attenzione a non fotografare, sono tolleranti, ma intuisco come preferiscano evitare le immagini che posso prendere. Ci accomodiamo anche noi su una panchina, guardando i dintorni prima di avviarci in salita, diretti alla chiesa ortodossa di San Giorgio, nei pressi della quale faremo una prima sosta, per un Te. Una cittadina interessante. Dopo la prima pausa decidiamo di proseguire la passeggiata percorrendo le stradine più alte per ammirare la cittadina dall’alto. Il centro storico sorge infatti al centro di una conca tra 3 colline e gli edifici storici sorgono sulle pendici delle tre colline da dove, da alcune terrazze e strade, è possibile ammirare il panorama ed il profilo degli edifici. È patrimonio UNESCO proprio per l’architettura dei vecchi edifici, in stile turco. Dopo un primo giro panoramico scendiamo nuovamente alla piazza principale e la piazza Al-Ain dove decidiamo di entrare in un Caffe che ci attrae, l’Akthams 1881. Saliamo una stretta scala attraversando un ingresso quasi nascosto e raggiungiamo il primo piano, da qui un’altra scala risale alla terrazza panoramica affollata di ragazze in abiti occidentali e tradizionali che fumano il narghilè. Decidiamo di fermarci al 1’ piano dove si affacciano diverse stanze, tutte diverse una dall’altra, ne scegliamo una più tranquilla e che si affaccia sulla piazza sottostante, ci accomodiamo e salutiamo, ricambiati, le due ragazze sedute ad un tavolo che conversano fumando il narghilè ed hanno “accomodato” un bambino sul tavolo. Ordino al banco e veniamo subito serviti. L’ambiente è gradevole e particolare; la scena delle due ragazze con il “bambinello” sul tavolo mi ispira, così mi faccio coraggio e chiedo se parlano inglese… tedesco… od altra lingua a me nota. Negativo! Parlano solo arabo, ma sono sveglie e curiose come scoprirò dopo, quando una di loro mi si avvicinerà offrendomi il suo cellulare con il traduttore attivato 😊 allora si, iniziamo la conversazione! Chiedo se posso fotografare, avvisandole che apparirebbero anche loro nella fotografia. Si meravigliano della mia richiesta e mi rispondono di si, allora scatto, e mostro loro la foto così rompiamo il ghiaccio e con l’ausilio dello smartphone ci intratteniamo in una conversazione digitate nel corso della quale riescono a sorprendermi ulteriormente con un apprezzamento ai miei occhi 😊. Trascorriamo così in tranquillità una quarantina di minuti, poi le salutiamo, paghiamo e ci avviamo. Sono ora alla ricerca di una Libreria nella speranza di trovare il mio Piccolo Principe in arabo, la ricerca è vana, al contrario Assunta riesce a trovare negozietti di bigiotteria e dolci ovunque. La disponibilità delle persone è notevole, solo uno, in tutta la giornata, mi negherà il permesso di fotografare, Molti si fermeranno, per non disturbare, quando vedono che sono intento a catturare un’immagine, altri ancora mi chiederanno incuriositi cosa sto fotografando. Bella Gente, bell’ambiente! Nel frattempo, si sono fatte le 14 e la pancia inizia a reclamare, troviamo un ristorantino accanto al museo Archeologico e risaliamo le scale sino all’ingresso dell’ AL GHERBAL, qui ci fanno accomodare e ci lasciano scegliere la saletta ed il tavolo dove accomodarci: siamo soli, il ristorante e tutto per noi così ci accomodiamo in una saletta che immette su un terrazzino affacciato sula piazza, con un sole splendente ed una vista che si può ammirare dal tavolo, senza alzarci. Il pranzo sarà Strepitoso: Da Vedere e da Gustare. Ci rimane così ancora tempo prima di partire, il posteggio chiude alle 18 e lo raggiungiamo poco prima, in tempo per ammirare la manifestazione della mattina i cui banchetti sono ancora li, ma dove a gente è aumentata ed alcuni suonano e ballano. Rientreremo in albergo dopo le 19, mangeremo un po’ di frutta che abbiamo acquistato prima di coricarci. Domani sveglia all’alba e partenza mattutina! Abbiamo anche parlato nuovamente con la Receptionist che ha confermato: alle 7.00 i nostri pacchetti colazione da asporto saranno pronti al banco Reception!
















17 Marzo Venerdì Poco costa, poco offre l’albergo. Anche il gatto aveva capito che la colazione la servono dalle 9 alle 10, ma quando all’arrivo avevo chiesto espressamente se “fosse possibile avere un “Cestino Colazione” da asporto, considerando che oggi intendevamo partire alle 7 di mattina”, la Receptionist ci aveva risposto positivamente per 2 volte, confermandoci, anche la sera precedente, che alle 7 di oggi avremmo potuto ritirare i cestini colazione direttamente alla reception. Così, quando alle 7.05 raggiunta la reception per partire alla volta di Um El-Jimal abbiamo chiesto i Cestini Colazione il Portiere del turno notturno, seccato, ci ha risposto che “La colazione si serve dalle 9 di mattina” La seccatura maggiore è stata la nostra, spiegando il fatto e gli accordi pregressi a quel punto l’omone della reception che ha quindi affermato che “solo in quel momento ha letto l’avviso della collega, ma se attendevamo le 9 avremmo potuto fare colazione”. Ringraziandolo l’ho salutato chiedendo un appuntamento con il Manager per la sera, al nostro rientro, poi Via a pancia vuota, verso Um el-Jimal! Con la colazione già pagata! In questo caso il “Buongiorno” non si è visto dal mattino perchè la giornata è proseguita migliorando! Abbiamo raggiunto Um El-Jumal alle 8 di mattina e ci siamo rimasti sino alle 11, durante quelle tre ore siamo stati gli unici visitatori del sito. Poi, rientranti al rientro al Centro Visite per riprendere la macchina, i 3 impiegati dell’ufficio ci hanno offerto un Te. Um el-Jimal evidentemente non è ancora incluso nei percorsi turistici; certamente non è grande e scenografico quanto Jerash, ma è più vasto di Um As-Rasas e più interessante. Da quanto ho appreso ci stanno ancora effettuando scavi e ricerche. Era una città romana, costruita in basalto scuro come Al-Azraq, distrutta da un terremoto e poi abbandonata. Vasta con strutture molto fitte ed alcuni scorci particolari. Visitarla da soli, con calma dedicando a questo 3 ore senza altri turisti in giro, merita l’alzata mattutina ed i 70 km di strada scorrevole. Da qui per raggiungere Jerash si percorrono altri 70km attraversando paesaggi interessanti. Jerash è parso il sito più affollato di tutto il viaggio, bello sì, ma a volte a Venezia trovo meno gente e posteggio più facilmente! Il percorso di rientro è stato gradevole e, non avendo trovato un ristorante decente abbiamo fatto una scelta meno turistica: raggiunto direttamente il AREFA MALL, abbiamo acquistato un po’ di alimentari e frutta poi abbiamo visitato la pasticceria all’ingresso dello stesso per i dolci, per rientrare in albergo e cenare in tranquillità, se tranquillo può definirsi il pernottare in un albergo dove si festeggiano 3 matrimoni in contemporanea su piani diversi 😊. Molto interessanti gli abiti delle Spose!!!











18 marzo, Sabato Avevamo deciso di riservare la visita ad Amman per oggi, ultimo giorno, anche in prospettiva di acquisti. La giornata ha inizio con uno scambio di vedute con il Manager dell’albergo, nel corso delle quali dopo avermi dato ragione su tutto, credeva di risolvere il problema con omaggiandomi di una penna ed un blocco di appunti con il logo dell’albergo nonostante gli ripetessi espressamente che attendevo quantomeno il rimborso per la colazione saltata se non per le false ed incomplete informazioni fornite al momento della prenotazione per quanto riguardava Ristorante e Posteggio rimborso per il quale gli ho comunicato di attendere sino alla sera stessa. Terminata la frugale colazione, tramite Uber, abbiamo chiamato una vettura che è arrivata in anticipo su quanto comunicato e con questa abbiamo raggiunto la cittadella alla cui visita abbiamo dedicato un’oretta, per poi scendere all’anfiteatro. Abbiamo provato a chiedere ad alcuni tassisti fermi all’ingresso quanto volevano per portarci all’Odeon, e, ricevuta la risposta “per turisti”, siamo scoppiati a ridere avviandoci divertiti a piedi, percorrendo le scale che collegano alla parte bassa, attraversando poi la strada e visitando la zona dell’Odeon che abbiamo raggiunto in 10 minuti: 1 minuto per ogni JOD che i taxisti chiedevano. Fatto questo, eravamo pronti agli acquisti: Gli esperti Agenti di Viaggio in Italia ci avevano avvisati che “il Souk di Amman è piccolo e non paragonabile a quello di Marrakech” e che “non vale la pena dedicarci più di mezz’ora”. Su una parte della informazione avevano ragione: “Nulla a che fare con quello di Marrakech” infatti questo di Amman è più cordiale e meno turistico”; ci abbiamo dedicato alcune ore e visitato un caffè uno interessantissimo. Per quanto riguarda i Negozi ed i Venditori, ho trovato una cortesia ed una disponibilità sorprendenti. Fotografare non è un problema se si usano le piccole attenzioni che un Viaggiatore deve sempre avere: Chiedere il permesso e non essere invadenti. Qui alla richiesta di fotografare, nessuno ha mai detto no, anzi, dopo i nostri acquisti erano ancora più disponibili. Anche alcune signore intente agli acquisti, accortesi della mia “reticenza” a fotografare con loro presenti, mi hanno fatto intendere che potevo. Assunta è stata “abbordata” da una ragazza che parlava inglese e che con la madre che erano curiose di chiacchierare con lei. Siamo usciti dall’area, io con la mia versione del Piccolo Principe in arabo trovata su una bancarella, entrambi con Frutta Secca e Frutta Buona oltre ad alcuni oggetti ricordo e tante fotografie interessanti e simpatiche. L’unica cosa fastidiosa è stata l’insistenza dei “buttadentro” dei caffè/ristoranti per turisti lungo la vicina King Faysal Sq. Dopo queste visite abbiamo iniziato la risalita verso Al-Kalha prima e Rainbow Street dopo per visitare altre zone, il tutto con alcune “pause caffè”, l’ultima delle quali al 12:12 the mid coffeehouse nei pressi di Rainboiw Street. Nel frattempo, si erano fatte le 19, ora in cui avevamo l’appuntamento con Gehad, con il quale ci eravamo tenuti in contatto durante il viaggio, con la promessa di cenare assieme ad Amman. Prima di cena ci ha presentato ancora alcuni punti della zona in cui ci siamo trovati, mentre decidevamo la destinazione per la cena: Io avevo letto alcune recensioni sul Mijana, Lui proponeva un altro locale con cucina tipica della sua zona di origine lo IBN Alkarak. Noi, quando possiamo farci consigliare da un esperto Locale, di solito ascoltiamo 😉. Così quella sera abbiamo assaggiato il Mansaf! Per il rientro in Hotel abbiamo condiviso il Taxi, Lui ha concordato con il taxista il percorso e gli extra: Il taxista ha accompagnato prima lui, poi noi all’Hotel ed all’arrivo ha cercato di “giocare” sul percorso e sulla durata, non si è nemmeno fermato quando gli ho mostrato la foto del tassametro prima che lo azzerasse e la traccia del percorso registrato con il GPS. 😊, di ricevuta neanche l’ombra! In pagamento… ha avuto quanto mi aveva preavvisato Gehad ed un JOD extra, nulla di più! E buonanotte la Secchio! E’ uno dei motivi per cui non voglio andare a Roma 😊con la nomea che hanno i tassisti e le mie precedenti esperienze in loco per motivi di lavoro.


















19 Marzo, Domenica Siamo quasi alla fine del viaggio, e, dopo aver preteso ed ottenuto dall’albergo il rimborso perlomeno della colazione mancata (pensavano di risolvere dapprima con l’omaggio di penna e blocco appunti, poi con 2 JOD; solo dopo avergli mostro il Loro sito ed una loro comunicazione scritta che ne indicava il prezzo dichiarato, solo allora, controvoglia, si è rassegnato a consegnarmi 10 JOD. Iniziava a piovere e per quel giorno avevamo ipotizzato di tornare ad Al Salt, ma data la situazione meteo ed il traffico intenso abbiamo optato per guidare direttamente verso Madaba. Dapprima abbiamo raggiunto il Monte Nebo, dove il posteggio è pieno di macchine, con gli autisti che attendono i clienti a bordo delle vetture senza spostarsi ed il posteggiatore che ci indica allora un posteggio ad 1 km, piove ancora e decidiamo, così come una seconda macchina di “colleghi Turisti”, di non importunare nè gli autisti, né il posteggiatore e proseguire alla volta della città dove il posteggio sarà comodo e facile, nei pressi del Centro Visite. Gireremo la città visitando il parco Archeologico e la chiesa di San Giorgio, per poi pranzare, bene, all’ AYOLA Cafè prima di concentrarci sugli ultimi acquisti e sull’ultimo caffè. Poi, verso le 18.00 ripartiremo a consegnare la Macchina, agli uffici della MONTECAR Agenzia di noleggio con la quale ci siamo trovati divinamente: ci hanno prelevato all’aeroporto all’arrivo già con la macchina assegnata, ci hanno riaccompagnati alle partenze dopo la riconsegna, hanno dato una vettura di un livello superiore a quello ordinato, nuova e con 15mila km, offrendoci in aggiunta e compresi nel prezzo, la Connessione WiFi portatile (ottima) ed un Navigatore (scarso e lento). Comunque, cortesi ed efficienti. Da qui sarà poi solo attesa in aeroporto e partenza con volo notturno verso Venezia dove, puntuali, siamo atterrati in leggero anticipo. Poi un’altra un’ora di guida sino a casa questa volta con Cambio Manuale! …… in attesa della prossima destinazione.







