Tour 2021 Slovacchia

Tra il 1994 ed il 1997 i monti Tatra erano un “mantra” ricorrente nei racconti dell’amministratrice della ditta slovacca, controllata di quella Italiana per cui all’epoca lavoravo.  Non che fosse una cima, l’amministratrice, ma lo stile di “ostentare” senza riempire di contenuti le proprie affermazioni era una sua caratteristica, così le Sue vacanze sui monti Tatra, le cene a base di Oca nei ristoranti dove andavano i Ministri e quindi portava anche noi, la grossa macchina svedese che si era acquistata…. ci riempivano le orecchie e non solo quelle.  Di tutto ciò due cose sono rimaste ben impresse nella mia memoria: La battuta di Franco, il collega triestino, circa ”L’Oca, che ci porta a mangiare l’Oca” ed i monti Tatra. Questi monti erano stati un argomento di conversazione frequente, come ipotesi di viaggio, con Assunta, rinviando, rinviando e rinviando ancora.

Nel febbraio 2020 avevo visitato alcuni clienti in zona Vienna, avrei dovuto tornare per visitarne altri oltre ad un contatto della precedente fiera, che aveva l’attività vicino a Bratislava….  poi fu pandemia!     Sospesi in un limbo, fortunatamente privo di contagi nella nostra cerchia, ma con tutte le ansie, perplessità e paure e le arrabbiature alle sciocchezze di troppi elementi molto dotati di polmone e lingua, ma scarsamente accessoriati di neuroni e cultura. Tra giugno e luglio 2021 fu seconda dose, ma nel frattempo, non avendo potuto visitare clienti per lungo tempo, con il tipo di lavoro che facevo e che richiedeva una presenza frequente e veloce se richiesta, avevo visto diminuire il numero dei clienti attivi, constatando inoltre come quelli rimasti avevano aumentato i loro acquisti, ma molti di essi avevano nel contempo peggiorato la propria affidabilità con richieste erano diventate pretese difficilmente accettabili;   mi ero quindi trovato a dover prendere una decisione, dolorosa per me: scegliere tra: ripartire, quasi da capo, ricreandomi un parco clienti serio, oppure rassegnarmi alla finestra di “Quota 100”.  Controvoglia optai per la seconda, lasciando così spazio ad altri dopo di me.  Il 1’ ottobre, giornata di San Remigio, iniziai quindi la mia nuova l’attività di Umarell. Si avvicinava poi una ricorrenza storica per noi: la scoperta dell’America, la Nostra America, quella che avevamo fatto 25 anni prima, e che volevamo festeggiare con il botto, e botto fu! Partenza il 19 ottobre per rientrare in Italia il 28, ma non di soli Tatra si vive; quindi, strutturammo un programma più vario e lungo.  Alla fine, si contarono 2.614 km con meno di 1.500 euro….. da casa a casa.

E’ strano constatare come, molti alberghi in quella zona, preferiscano NON rispondere a clienti che li contattano per informazioni e prenotazioni, scegliendo di pagare le provvigioni ad un noto sito di prenotazioni Online, eppure proprio così è stato. Mi sono quindi rivolto nuovamente a quel sito, per i 5 alberghi che ho visitato in Slovacchia; altra storia attraversando l’Austria, nazione che conosco benissimo. Con queste premesse abbiamo caricato la Skoda da crociera di attrezzature fotografiche, scarpe da escursione e bagagli e siamo partiti, in direzione est, dopo aver fatto colazione allo Station Bar di San Giorgio di Nogaro.

19 Ottobre, Martedì;

con estrema calma percorriamo i 597 km che conducono a Senec, poco oltre Bratislava. Prima di entrare in territorio slovacco ci siamo fermati in Austria per rifornirci di Gasolio ed acquistare qualche cosa per gli “spuntini” dei primi giorni; noi solitamente ci limitiamo alla colazione ed alla cena, mentre durante il giorno ci basta qualche spuntino veloce. Abbiamo prenotato alla VILLA SIPEKY una piccola pensione con qualche camera ed un minuscolo posteggio interno. La camera n.11, è minuscola, appena lo spazio per rigirarci, la colazione è tale solo di nome, scarsa la connessione WiFi: inesistente in camera, arriva solo nel corridoio ed al piano terra; un prezzo elevato per lo standard locale in rapporto a quanto offre. Ci fermiamo una unica notte ed allora è sufficiente, perlomeno parlano Tedesco e si chiacchiera un pochino. Per cena siamo più fortunati: a 100m di distanza un piccolo ristorante, molto particolare dove siamo gli unici clienti, il LOVECKA. L’unica cameriera non parla nessuna lingua a me nota, ma riusciamo a destreggiarci e mangiare bene, mancia compresa paghiamo 46 euro.

20 Ottobre, Mercoledì;   

Non conosco le condizioni delle strade, nemmeno lo stile di guida in questa nazione, così, dato che il programma conta circa 250km ed alcune tappe intermedie, decidiamo di partire presto, ed alle 8.20 entriamo in autostrada, alla volta di BANSKA STIAVNICA, sito del patrimonio Unesco, che raggiungiamo dopo circa 145km, di cui solo gli ultimi 25 fuori dall’ Autostrada, lungo un bel tratto collinare in un fitto bosco: il preludio a quanto incontreremo nei giorni seguenti. Una bella cittadina, non grande ma bella ed … ondulata. Lasciamo la macchina in un piccolo posteggio quasi in centro, l“Akademica”, allo “strabiliante” prezzo di 1 euro/ora e ci incamminiamo attraverso il centro. Subito constatiamo quanta poca gente ci sia in giro, meglio per noi! Girando, in lungo ed in largo, in salita e discesa arriviamo ad un piccolo spiazzo terrazzato sopra i tetti cittadini con vista verso il castello nuovo, ai bordi di questo spiazzo svettano una torre campanaria, alta e possente, con strane mura ai due lati, accanto alla torre un portone con informazioni bilingui: è il Castello Vecchio.  Entriamo pagando 6 euro a testa. Non ci sono guide per via del Covid, ma ci forniscono alcune pagine in inglese con Mappa e spiegazioni del percorso di visita. Percorriamo i cammini di ronda sulle Mura, salendo e scendendo le scale delle torri, visitando il piccolo cimitero interno e le diverse esposizioni, apprendiamo quindi che il Castello è stato costruito fortificando la Chiesa ed inglobando il Campanile nelle mura di cinta, trasformando poi la chiesa in Maniero, infatti: da fuori sembra una chiesa, ma una volta entrati, ci si ritrova in un cortile interno, con uno scalone a sinistra che porta ai 3 piani superiori.  Il tempo però passa, decidiamo quindi di “saltare” il più pubblicizzato “New Castle” per raggiungere il Particolare “Calvario” che dista solo 3 km: una struttura che visibile da quasi tutti i dintorni della città e che, una volta raggiunta la cima, offre un Panorama a 360° sulla citta e sulle colline circostanti. Il sole splendente, il cielo limpido ed i colori autunnali fanno il resto. E’ la prima salita che faccio da quando sono stato operato al ginocchio sinistro che ha fatto notevole fatica a recuperare e che doleva sino a poche settimane prima, percorro la salita quasi tutta d’un fiato, scattando foto e sorprendendomi di come procedo. Assunta arriva dopo un po’, preceduta dalle imprecazioni che mi sta tirando per non averla informata prima di questa salita e di un fondo leggermente sconnesso …. che non conoscevo prima!  La discesa poi, prova anche a farla da seduta, solo quando constato la leggerezza delle scarpe che indossa, mi rendo conto che…. ha ragione Lei!  Non a lanciarmi improperi, ma a non stare in piedi! Allora la faccio accomodare in macchina e via, verso la prossima destinazione, la più attesa della giornata. Dalle informazioni raccolte chiude alle 17.00, mancano 90 km di strada!

Raggiungiamo VLKOLINEC, sito Patrimonio Unesco, poco dopo le 15.30 ed alla cassa del Parcheggio, in “perfetto Slovacco” ci fanno capire che il “museo” chiude alle 15.30;  vabbè ci accontenteremo di passeggiare per il paesino; sì, però, intanto ci fanno pagare 1 euro di posteggio, poi appena incassato l’euro chiudono la cassa e via: anche loro terminano alle 15.30 😊 . VLKOLINEC è una chicca: un paesino di case tipiche, quasi tutte in legno, dipinte con colori intensi; sorge nel mezzo di verdi prati ed alberi con vestiti autunnali. Fa pure caldo!  Ci sono operai lavorano al restauro di alcune costruzioni, un fotografo studia le inquadrature e rari altri turisti, il tutto mentre 2 italiani passeggiano, Lei stancamente sino a sedersi su una panchina nel punto più alto del villaggio, poi sempre Lei, recuperate le forze, si rialza apprezzando come “le Salite, viste al contrario, assomiglino tremendamente delle discese” (non è farina del mio sacco, lo so, ma rende l’idea).  Allora scendiamo deviando verso la chiesetta, non particolarmente interessante e comunque chiusa, per fermarci ad osservare il piccolo cimitero. Poi ci viene l’idea: Nei pressi della pensione dove pernottiamo, c’è una CHIESETTA che avrebbe degli splendidi affreschi, ho letto che chiude alle17.00, sono solo pochi km, avevo in programma di visitarla la mattina seguente, ma se facciamo presto e riusciamo a vederla ora domani guadagniamo tempo; Assunta stranamente concorda, così partiamo. Raggiunta la chiesetta, che si trova 100m dopo la pensione, constatiamo come sia già chiusa, o meglio, all’interno un operaio ci lavora mentre all’esterno alcune scritte “monolingue” sul cancello chiuso, fanno intuire ciò che è già palese.  Nel frattempo, s’è alzato un forte vento, così decidiamo di raggiungere la pensione ed accasarci. Anche qui siamo gli unici clienti, sarà una costante del viaggio ed il perché lo scopriremo solo la sera seguente. Alla VILA FENYX con uno scarso inglese ci comunicano che la cucina è chiusa, è aperto solo il Bar, ma la mattina dopo nessun problema per la colazione. La camera è enorme, il posteggio privato e recintato si trova sul retro della pensione. Fortunatamente abbiamo ancora quanto acquistato in Austria e lo azzanniamo questa sera, ma prima mi informo sugli orari della vicina chiesetta, scoprendo che…. È aperta solo qualche ora, il sabato e la domenica……. Delusione! Ceniamo, facciamo una partita a tennis nell’ampia camera per poi appisolarci e recuperare forze per il giorno seguente.

21 Ottobre, Giovedì; 

la colazione a VILLA FENIX è ottima e la ragazza del mattino parla un inglese in po’ migliore. Prima di partire provo a fare qualche fotografia alla chiesetta. Imboccata l’autostrada i monti Tatra spuntano dalla foschia alla nostra sinistra e ci salutano. Poi il cielo si incupisce di nuvole dense, e con questo clima, ed una temperatura più bassa raggiungiamo LEVOCA, dopo 105 km. Qui scopriamo come la moneta elettronica sia diffusa, più ancora che in Italia, forse perché qui non ci sono rappresentanti politici che, con mente chiusa,  ritengono l’uso del contante una “Tradizione Nazionale da conservare amorevolmente”,   pago 1 euro di posteggio con Carta di Credito, senza ulteriori commissioni.  Levoca è carina: passeggiamo per la piazza principale ed alcune vie laterali, ammiriamo il Vecchio municipio con i suoi portici ed affreschi, un grazioso giardino davanti al Nuovo Municipio, poi raggiungiamo la Chiesa di San Giacomo con l’intenzione di visitarla: La chiesa è chiusa ed un cartello trilingue rimanda ad una finestra della prospicente canonica, ove le spiegazioni sono più particolareggiate: Il biglietto per la visita, possibile solo con Guida, si acquista da quella finestra 10 minuti prima dell’inizio della visita guidata,  la visita è appena iniziata e, se vogliamo unirci alla prossima dobbiamo attendere ancora 1 ora. Averlo saputo Prima ci saremmo organizzati! Qui dobbiamo scegliere: perdere un’altra ora e mezza tra attesa e visita, rischiando di saltare i 4 siti Unesco previsti dopo?  La risposta corale è NO!

Partiamo quindi alla volta di SPISSKA KAPITULA (Cattedrale di San Martino), che raggiungiamo in pochi minuti. Arriviamo poco prima delle 12, raggiungo la biglietteria che una ragazza sta chiudendo, chiedo informazioni, lei mi chiede se abbiamo prenotato (ed inizio a sentirmi demoralizzato), quando Le rispondo che, non sapevamo della prenotazione, e che contiamo di visitare ancora 3 posti prima di ripartire e guidare per altri 90km, sorride, ha capito la situazione quindi stampa il biglietto per 2 persone ed il permesso per fotografare, quindi ci accompagna all’ingresso dove apre la porta che richiude alle nostra spalle, accende le luci e si accomoda su un banco a leggere un libro dopo averci fornito una piccola guida in inglese.  Ha aperto per noi ed ha allungato il Suo orario di lavoro! Un po’ di fortuna e di elasticità ci permettono di apprezzare questa splendida Cattedrale; dopo 15-20 minuti avvisiamo la ragazza che potremmo uscire, allora spegne le luci, riapre il portone e la salutiamo, ringraziando con un enorme DAKUJEM (grazie),  sa che proseguiamo per il Castello e poi verso Zehra per arrivare in serata a Bardejov, così, sorridendo, ci augura buon viaggio.

Il CASTELLO DI SPISS  spicca sulla cresta della collina, lo raggiungiamo in qualche minuto e posteggiamo, per proseguire la salita a piedi, nel vento tagliente, sino all’ingresso. Paghiamo 8 euro a testa, oltre ad 1 euro a testa per salire alla torre, anche qui paghiamo con Carta di Credito ed iniziamo la visita. Il castello è enorme, ma necessità di molti interventi di restauro e ci stanno lavorando; sono molti i turisti con una “mandria” di Bambini, anche di oltre 40 anni, che corre su e giù per le scale del torrione, senza mascherine, senza distanza, in un ambiente strettissimo. Raggiungo la torre per constatare quanto sia stato inutile salirvi: è lo stesso panorama che si vede da altri punti del castello anche se qui sono 360°: Non ne valeva la pena. Visitiamo il piccolo, anzi, minuscolo, museo negli spazi sottostanti la torre per poi ripartire. Sarà anche Patrimonio Unesco, ma, ne ho visti di migliori, certamente più piccoli, ma migliori è più interessanti.

Il paesino di ZEHRA e la chiesa si vedono dall’alto del castello, anche in questo caso sono solo pochi km. Una piccola chiesetta, dall’esterno simile ad altre che ho visto in Austria, Germania, Slovenia e Romania, la particolarità sta dentro,  ma Il problema è entrarci! Un comodo posteggio ai piedi della scalinata che conduce alla chiesa, anche qui, splendidi cartelli, in lingua slovacca, immagino in Perfetto Slovacco, presentano una serie si parole incomprensibili ed alcuni numeri “arabi”. Avevo comunque trovato delle informazioni che la davano “aperta dalle 9 alle 17 ogni giorno”, così saliamo alla chiesetta, constatando come, a metà salita, proprio l’orario quotidiano 9.00-17.00 sia esposto con la dicitura UNESCO.  La chiesa però è Chiusa!  Giriamo il piccolo cimitero attorno alla chiesa per verificare se presenta altri accessi, poi, tronati alla scalinata incrociamo una “vecchina” che sale le scale, si ferma ed inizia a parlarci, comprende immediatamente che non parliamo la sua lingua, allora passa ai gesti e ci fa capire che dobbiamo telefonare… che qualcuno che abita sotto vicino al posteggio, “a destra ed ancora a destra”, verrà ad aprire…. Siamo affascinati dalla Vecchina! Scopriremo poi, sempre a gesti che ha 92 anni ed è molto più scattante di chi la chiesetta la gestisce. Mi appresto allora a scendere per cercare il n. di telefono, si sono già fatte le 13.30. Incrocio 3 persone, arrivate con una macchina posteggiata accanto alla mia, scopriamo che possiamo comunicare in inglese. Si tratta di un fotografo ungherese, con 2 amici, venuti per un servizio fotografico sugli affreschi, hanno il permesso della diocesi ed hanno appuntamento per le ore 14.00, appreso che non sono un professionista e che arriviamo dall’Italia (ha visto la macchina) mi dice di non preoccuparmi, sa che gli orari li sono elastici ed inattendibili, ma che ci farà entrare con Lui per qualche fotografia.  Intanto, per risparmiare tempo, scendo, chiamo i numeri che posso trovare sui cartelli slovacchi sino a quando ad uno rispondono, in pessimo inglese, e dopo aver appreso che ci troviamo sulla porta della chiesetta mi dice: “in un minuto arrivo”. L’Ungherese ride e non ci crede, ha ragione!   Passiamo il tempo a raccontarci le esperienze di viaggi. Sua sorella Insegna Italiano a Budapest, entrambi sono stati a Grado in vacanza alcune volte. Anche lui è stato a fotografare chiese in Romania ed ha avuto le mie stesse esperienze…. Ridiamo. A quel punto mi fa una domanda: “Come mai in questa zona della Slovacchia, oltretutto in macchina?”  Quando gli spiego come mai l’ho deciso, qual è il nostro programma di viaggio e le esperienze precedenti che ho avuto Europa ed al di fuori mi dice una cosa che suona come un complimento: “Devi essere un Pioniere, in pochi partano dall’Italia per venire in queste zone”. Intanto si sono fatte le 14.30 ed è arrivata una signora anziana, quella a cui ho telefonato;  …. Quanto dura un minuto qui? Il fotografo le presenta l’autorizzazione che ha ricevuto (per le ore 14.00) e la signora lo invia al sottostante paese “a registrarsi presso”  ….“qualcuno” Mentre il “fotografo si avvia” torna l’affascinante vecchina a chiacchierare con Assunta ed approfitto per scattarle una foto ed in quel mentre mi prende lo sconforto:  A Spisska Kapitula e poi al Castello avevamo incrociato una comitiva di vecchietti in Gita con la loro guida turistica,  ora sono arrivati anche qui, stanno salendo le scale; nella lingua a me sconosciuta parlano con la Signora che ha le chiavi della chiesa, che, apre e li fa entrare in gruppo, poi rientrato il fotografo ungherese,  la signora gli spiega in inglese: “sono turisti in visita, gli racconto qualche cosa poi, la chiesetta è per Voi”;    grazie, ma Io ed Assunta? Abbiamo ancora 90km da fare, attendiamo da oltre 1 ora….   Lei per far rima ci ignora ed inizia a la litania… ovviamente in Lingua Slovacca! A quel Punto non ci ho più visto, nonostante la signora tentasse di dirmi che “non si può Fotografare”. Ho scattato alcune fotografie e siamo partiti, almeno con quelle foto, a casa, ho potuto ammirare i tanto decantati affreschi!     Il rispetto sempre, soprattutto chi rispetta me!

Siamo ripartiti sconsolati, dopo le esperienze dei primi due giorni ed il tempo coperto e ventoso non c’era molto entusiasmo nel continuare, ma era già tutto prenotato, così, imboccata l’autostrada, abbiamo sgranocchiato una tavoletta di cioccolata viaggiando, attraversato una galleria, aggirato Presov, e proseguito in direzione nord, sino alla deviazione per HERVARTOV con la sua chiesetta in Legno dedicata a San Francesco. Ho constatato in questi giorni come le strade fossero scorrevoli e con meno traffico del previsto, così abbiamo raggiunto la chiesetta patrimonio Unesco con gli ultimi raggi di sole, ed appreso leggendo le informazioni all’ingresso che la visita era possibile chiedendo all’ufficio prospicente. Con poca fiducia ho raggiunto l’ufficio, dove una ragazza ha indossato la mascherina e mi ha invitato ad attenderla alla chiesetta che in 5 minuti sarebbe arrivata. “Crediamo ancora agli Ufo?” Si, in soli 5 minuti “l’ufo” era arrivata, era stata di parola, in inglese ci ha comunicato il costo dell’ingresso aggiungendo che, per fotografare, si pagava un sovrapprezzo. L’hobbista fotografico il sovrapprezzo lo paga sempre Volentieri! Mentre le pareti interne della chiesa ci strappavano dei commenti di meraviglia, la ragazza si è informata sulla nostra provenienza e destinazione, così le ho spiegato le esperienze della chiesetta della sera prima e di Zehra e sorridendo ci ha dato delle Spiegazioni “circa la mentalità” di alcune “custodi”, spiegazioni che si sono puntualmente rivelate esatte, nei giorni seguenti. Questa chiesa, la visita, la cortesia della ragazza ci hanno riappacificati con il nostro programma. Ammirare le decorazioni sulle pareti di legno, ammirare nella sua interezza la sala, ed apprendere alcune spiegazioni, ci ha fatto accantonare la delusione di Zehra. Prima di salutarla ci ha dato ancora qualche utile consiglio per i giorni seguenti.

La terza giornata, lunga e piena di sorprese positive e negative si stava per concludere, mancavano 10 km a BARDEJOV, cittadina inserita nella lista dei Patrimoni Unesco, qui avremmo scaricato la macchina per soggiornare 3 giorni, stavamo già pregustando le esperienze ne ristoranti della città,  almeno così credevamo! La B&B ALIBI, si trova in pieno centro di Bardejov, dista 200m dalla piazza principale, le camere hanno terrazze affacciate su un parco alberato e vista sulla Basilica di Sant’Egidio, ci sono 5 posti macchina riservati ai clienti, ha un bell’arredamento piacevole, comodo e funzionale. Per queste caratteristiche lo avevo scelto e prenotato. Al nostro arrivo era chiuso e solo in quel momento ho trovato un SMS che mi chiedeva conferma dell’ora di arrivo, che tra l’altro avevo già comunicato. Dopo il viaggio non vedevamo l’ora di cambiarci e raggiungere un saporito Ristorante. Telefonai alla B&B e mi risposero che sarebbero arrivati in 10 minuti. Furono di parola. Una bella, giovane ed elegante signora arrivata con il figlio ci aprì per il Ceck-in; avevo dimenticato di confermare anche la colazione in fase di prenotazione, lo comunicai alla Signora che rispose” Purtroppo non è possibile, siete gli unici clienti e saremmo chiusi, comunque ci sono delle panetterie nelle vicinanze”.

“Strana risposta” pensai. Salutata la signora iniziammo il trasbordo dei bagagli lungo 2 piani di scale senza ascensore, mitigati dalla eleganza dell’ambiente dall’ampiezza e dalla comodità della camera. Che “strana risposta!” pensavo, molto strana! Realizzai improvvisamente cosa la “stranezza” della frase potesse rappresentare,   così ordinai: “Assunta, cambiamoci in fretta, andiamo subito a cena!  Sono le 18 quasi, siamo stanchi ed abbiamo fame!”   Lei tentò un: “si, ma .. calma, aspetta” …. “NO!” ribadii perentorio, “USCIAMO SUBITO!” La sensazione l’avevamo già vissuta, ma cercavo di allontanare l’idea e la visione: poca gente in giro, pochi i negozi illuminati che palesemente, preparavano la chiusura, illuminazione pubblica spenta, altri negozi completamente bui e chiusi….. per il resto, un deserto.   Sentivo il Groppo in gola, ero reticente a dire ciò che temevo, cercavo e basta!  Primo ristorante: chiuso; secondo ristorante: chiuso; terzo…  chiuso, …chiuso, …chiuso;  temevo di aver ragione mentre mi risuonava in testa il concetto: Lookdown!    Almeno non c’erano cialtroni che starnazzavano di “Dittatura Sanitaria”, intanto eravamo li, grazie al Green Pass, altrimenti… col “Ca..o” che ci arrivavamo sin qui!

Fermai un passante che in slovacco ed a gesti tentò di spiegare il problema, lo aiutammo con una parola che non riusciva a trovare: COVID !    Lui annuì! Siamo in ballo e dobbiamo ballare! Niente panico, risolviamo il Problema!   E così, i due eroi, consci di avere ancora qualche residuo acquistato 3 giorni prima in Austria, si fiondano in una bella pasticceria ancora aperta, notata poco prima, ordinando 4 fette di torta da asporto, già che ci sono ordinano anche 2 coni gelato da passeggio!  Servito il tutto la graziosa “Cameriera Mascherata” chiede “8,60 euro, Cash od Card ?”    Ovviamente “Card!”  alla faccia di quella “Tradizione Nazionale” cara ad alcuni elementi anti-evoluzionisti” detto anche Contante. Incorporato il buon gelato, con la nostra scatola di dolci ci siamo avviati verso la B&B ed in quel mentre si sono accese le luci dei lampioni, quasi un ritorno alla Vita 😊; nel giro di alcuni minuti anche l’illuminazione della Basilica, del Municipio e degli edifici affacciati sulla piazza.  “Benarrivati e scusate!” sembrava dicessero!

Così, cammina e cammina, i nostri pionieri si imbatterono un negozio di Kebab, non lo avevano mai mangiato prima.  4 occhi si incontrarono nessuno proferì parola, ma i proprietari dei quattro occhi si trovarono all’interno, ordinando “1 Kebab ed un Formaggio impanato con Patatine” Il tutto per 7,60 euro, con la frasetta “7,60 euro, Cash od Card?” del simpatico ragazzo mascherato. E fu ancora Card, sempre alla faccia di quei politici che non vogliono ammettere che proprio in contanti gira il “Nero”, ma per contro ci raccontano che “le Nostre usanze vanno tutelate” non capisco però quale sia l’usanza da tutelare, Il Contante od il Nero? fu così che i nostri due eroi cenarono in camera, con cibo da asporto, birra austriaca, torte slovacche (ottime) ed una spolverata di stanchezza autoprodotta. In Slovacchia lo chiamano COVID AUTOMAT, un sistema che prevede chiusure e limitazioni in funzione della diffusione del contagio. Bardejov, Svidnik e Stara Lubovna erano NERE da 2 giorni! Lo avevamo appreso solo quella sera!  Tre settimane più tardi, la zona di Trieste, nella mia regione, aveva il medesimo tasso di contagio su 100mila abitanti, ma si sa, in Italia vige la ”Dittatura sanitaria”, in Austria chiedevano il 3G, mentre da noi qualcuno pensava che con i vaccini ci avrebbero trasformati in ripetitori 5G, il Professor “A-Social-Network” ed i laureati alla facoltà “Credulonioni” lo starnazzavano al singolo vento di Trieste, la Bora, aiutati di “portuali” arrivati da ogni parte d’italia, tra i quali i famosi Camalli di Aosta.

S’era fatta una certa… per cui;   Buona notte, buona notte! Separarsi è un sì dolce dolore, che dirò buona notte finché non sarà mattina. ..(cit.)

22 Ottobre, Venerdì; 

Una delle 2 giornate che attendevo con più entusiasmo, la zona di Svidnik!  Chiesette in Legno, alcune Patrimonio Unesco ed un’area che nella Seconda guerra mondiale fu teatro di una grossa battaglia tra carri armati, Sacro e Profano nella medesima giornata.

LADOMIRNOVA e BODRUZAL Sono le due chiesette Patrimonio Unesco. La prima appare minuscola dall’esterno, un piccolo comodo posteggio a 50m poi le informazioni sulla porta. Telefonando qualcuno risponde, senza parlare a le mie lingue e chiude il telefono, un attimo dopo sento chiamare da una casa vicina ed un signore anziano mi fa segno di attendere. Arriva, apre, indossa la mascherina e ci presenta un menu: le lingue in cui è possibile ascoltare le spiegazioni attraverso un Audio registrato. Bella. Una volta usciti mentre stiamo fotografando, arriva un secondo signore, chiede da dove  veniamo e scopriamo che parla tedesco, si stupisce che veniamo dall’Italia, e ci regala 4 mele dell’albero del suo vicino terreno. Bodruzal la raggiungiamo subito dopo, in pochi km qui l’impressione è diversa: mentre raggiunto l’ingresso cerco il n. telefonico da chiamare, sentiamo una voce: una anziana signora arriva dal vicino cimitero, apre le porte con ancora i fiori in mano continuando a parlare la sua lingua, Tedesco, Inglese no, italiano neanche provarci, ma che vuole soldi lo fa capire bene, con le dita delle mani, mostrando 3+3, nel vedere le macchine fotografiche mi indica la Macchina e mostra ancora 3 dita della mano! Io ho solo 20 euro, e mi indica di metterli in un cestino che ne contiene 15, metto 20, prendo 10, mi pare logico, quasi aritmetico! Ne lascio anche uno in più!  La signora guarda la banconota da tutte le parti si fa seria, non dice nulla e fa sparire tutto, cestino e banconote. Assunta è tornata in macchina per cambiare gli occhiali, la signora nel frattempo insiste per “il menù Della Lingua” e cerca di far partire il nastro prima che Assunta torni…  la sua espressione è sempre più cupa (quella della signora). Finalmente, tornata Assunta, capisce che il nastro in italiano può essere avviato, la spiegazione dall’ audio è interessante ed in buon italiano, mentre ammiro lo Splendido GIUDIZIO UNIVERSALE dipinto sulla parete in legno ed alcuni particolari esposti …. ma la signora inizia, nella sua lingua a parlare sopra il nastro, ancor più forte del nastro, ma nella sua lingua! Poiché non le do retta ora trova una seconda motivazione: Assunta ha una macchina fotografica e la signora mi mostra e fa capire, che anche lei deve pagare, e mostra 5 dita! A questo punto la zittisco (la signora) con una banconota da 5 euro, che le avrei volentieri ficcato in gola pur di farla tacere.  Dopo questa banconota la signora diventa improvvisamente mansueta e gentile, non proprio muta, ma mansueta, così ci accompagna dietro l’altare, ci mostra il testo sacro in Cirillico, lo apre, lo sfoglia mostrandocelo… sono allibito: in Romania avevo imparato un detto “Per i soldi anche l’orso balla” la signora mi ricorda quell’orso! Ci mostra l’altare, mi lascia fotografare anche quello, anzi, mi aiuta ad “Ombreggiare” alcuni fastidiosi fasci di luce….  Forse qui la religione ortodossa ha regole diverse da quelle che avevo conosciuto in Romania?  La signora raggiunge il TOP quando Assunta, viste alcune cartoline che rappresentano altre chiese della zona, ne vuole comprare 3, la signora mostra 3 dita ed Assunta prepara 3 euro, a quel punto la signora indica 3+3+3 = 9 euro per 3 cartoline? Sono forse D’oro?  A quel punto invece il Fabrizio dice: STOP!   Game Over!  Basta chiedere, basta soldi! …. Concetto che la signora capisce immediatamente!

Le altre chiese andremo a vederle dal Vero, costa sicuramente meno!   Saranno PIKRA e MIROLA, forse ancor più belle di Bodruzal. A PIKRA un simpatico incontro con una famigliola, Padre, Madre, 2 figlie, arrivando incrocio il padre che saluto con un “Buongiorno”,  dopo di me arriva Assunta, ed il signore la saluta con un “Buongiorno”, così da un simpatico scherzo e cortesia nasce una chiacchierata. Loro sono di Bardejov, ci chiedono cosa abbiamo visto e cosa ne pensiamo della zona…. Penso che la mia espressione alla domanda sia per loro già una risposta, sorridono compiaciuti, “La Slovacchia mi piace”, ha una natura bellissima….!

Dopo una sosta per mangiare un pò di frutta è il momento di ripartire verso Dukla Pass non è lontano. Nel 1944 c’è stata una grossa battaglia tra Russi e Tedeschi ed i monumenti nei dintorni lo ricordano: a Dukla Pass, nei pressi del confine polacco, una TORRE PANORAMICA che fa parte della catena di Musei Militari Slovacchi, accanto alla strada alcuni cannoni, un pò più defilato un vero Aereo da trasporto, poi rientriamo sin quasi a Svidnik per deviare verso UDOLIE SMRTI “Valle della Morte”, qui i monumenti sono veri e propri Carri Armati, ai lati della strada e nei pressi di posteggi.

Resta appena il tempo per un’ultima chiesetta isolata e fuori mano DOBROSLOVA, la vediamo solo all’esterno MAGNIFICA! Rientrando ci fermeremo da Billa a fare acquisti per cena, poi, tornati a Bardejov una passeggiata serale ed una seduta di fotografie notturne nella bellissima piazza illuminata

23 Ottobre, Sabato;  

La seconda delle giornate più attese il passaggio del confine Polacco nel Voivodato della Piccola Polonia, per visitare altre Chiese e due cimiteri della 1’ guerra mondiale Al rientro a Bardejov una sosta fare il pieno di Gasolio poi a spasso per la città dove, finalmente, troviamo la Basilica di Sant’Egidio e che visitiamo: 2,5 euro a persona, 1 euro per l’autorizzazione a fotografare e via.  Contiene 11 altari, uno più interessante dell’altro, alcuni altri oggetti provenienti da altre chiese della zona. Stanno predisponendo i banchi e gli addobbi per un matrimonio, così quando iniziano ad arrivare gli invitati usciamo noi, mentre sulla piazza del Municipio gli sposi stanno posando per le foto delle nozze. Si avvicina l’ora di cena, così, dopo qualche scatto serale, torniamo alla pasticceria OAZA dove la stessa graziosa Cameriera Mascherata di due sere prima ci riconosce e ci serve 3 fette di torta da asporto, il gelato no, domani sono chiusi e lo hanno terminato. Assunta è stanca, ha la forza di risalire i 2 piani di scale per tornare in camera ed inizia ad apparecchiare la “Tavolina”. E’ il segnale che devo nuovamente uscire diretto al vicino Kebab, ordinare il medesimo menù della prima sera e rientrare con le vettovaglie. Nuovamente Buonanotte!

24 Ottobre, Domenica; Sveglia presto. E’ laborioso chiudere tutti i bagagli, ancora di più caricarli in macchina, sistemarli con un ordine logico quasi impossibile. Prevedo 290km e varie soste. Così, alle 8.20 ci avviamo, dapprima in direzione Nord-Ovest, per sconfinare nuovamente in Polonia.

Sono da poco passate le 11 quando, una volta rientrati in Slovacchia, pochi metri dopo il confine, veniamo “finalmente” fermati dalla Polizia. Non era ancora accaduto a nessun confine e neppure per strada. Parlano tedesco e questo mi tranquillizza, chiedono Green Pass, Passaporto e Patente.  ALCOL TEST?   Va bene, l’avevo fatto a Praga, alle 9.00 di mattina 6 anni prima, facciamolo “Ic et Nunc” alle 11.30. Che sporca la macchinetta! Soffiare senza alcuna cannuccia, evitando il contatto con l’apparecchio è difficile e laborioso, così al 3’ tentativo si attiva e l’esito è negativo. “Naturalmente, è ancora mattino” dico; Il poliziotto sorride, conferma e ridandoci i documenti ci augura buon viaggio. Siamo ancora in Zona NERA e le strade sono deserte, rare le vetture, rare le persone. Passeremo per Stara Lubovna, nera pure quella, dove decidiamo di non fermarci ma di proseguire sino a Kezmarok, dove ci sono 2 siti Unesco ed è zona “Bordeaux”. Giunti a Kezmarok, anche quella deserta, raggiungiamo il castello, chiuso, ma un cartello esposto spiega che le visite riprendono, con cadenza oraria, alle 13.00, manca quasi 1 ora ed allora passeggiamo per la cittadina sino ad una pasticceria, il cui nome è una promessa SOGNI D’ORO. Tranquilla, cortese la signora, pochi avventori che si siedono all’esterno, noi all’interno; buona!  10 minuti prima delle 13 siamo nuovamente al castello, la porta è chiusa; Strano: il cartello informa che aprono per la vendita dei biglietti 10 minuti prima della visita, eppure nulla, passano i minuti, allora chiamo il numero esposto, dove risponde una segreteria telefonica. Dopo altri 20 minuti ripartiamo a bocca asciutta. Abbiamo terminato l’acqua e le vettovaglie cosi, troviamo un Billa per qualche acquisto, poi raggiungiamo la Chiesa in Legno ….. Chiusa !    I cartelli all’ingresso, tanto di quella nuova che di quella vecchia, Recitano: “Pausa Pranzo dalle 12 alle 13, visite ad orari fissi”, la prossima alle 13.30.  Che culo! sono le 13.00, attendiamo, come stanno facendo gli altri 3 turisti che si aggirano.  Tempus Fugit! La porta resta chiusa, al numero telefonico non risponde nulla per 5 volte, squilla, squilla, squilla…. Alle 14 gli altri turisti sono spariti, così partiamo anche noi. Solo a sera, cercando in Internet sui siti delle parrocchie e della città apprendiamo ciò che sui cartelli esposti NON Compariva: Chiese Chiuse la domenica; Castello, chiuso il sabato domenica e festivi!   Allucinante! Forse qui i visitatori vanno in giro solo in giorni feriali?

Proseguendo nel nostro pellegrinaggio, al momento in direzione sud ovest. Facciamo una sosta ad una piccola stazione ai bordi della strada per vedere un treno arrivare e ripartire. Sullo sfondo i Monti Tatra sono sempre più vicini. Da qui raggiungiamo SPISSKA SOBOTA, un sobborgo di Poprad, e ci fermiamo per una breve pausa, passeggiamo per la Piazza circondata da bellissime case molto particolari e ben mantenute, con al centro la cattedrale ed un bel parco colorato di “Giallo Autunno”, il tempo della passeggiata, il tempo di annotare il nome di un attraente alberghetto e ripartiamo, imboccando l’autostrada, Prossima fermata: TATRA. Quando usciamo dall’autostrada per proseguire, verso la zona del Lago STRBSKE SELO, la vista è invitante: la strada sale leggermente, addentrandosi in boschi di larici dai colori autunnali e sullo sfondo le cime dei Tatra. Saliamo sino a 1307m di quota dove si avvera quanto immaginavo: è domenica e pare che tutta la Slovacchia sia venuta qui!  Ci accontentiamo di una breve passeggiata ammirando il lago inferiore, senza raggiungere quello principale, poi proseguiamo in direzione Ovest, lungo la strada statale che, in quota, costeggia le montagne digradando lentamente sino alla nostra destinazione. Il tutto attraverso paesaggi da favola, deturpati qua e là da mostruosi alberghi che con la zona non c’entrano nulla. Nella zona ad est, i Vysoke Tatra oltre agli alberghi visibili già dalla pianura si riconosceva anche la ferita della lunghissima pista da sci. Effettivamente “quel” turismo e “quello” sci non sono molto ecologici; personalmente ho sempre preferito le escursioni con le pelli da foca sotto gli sci, le ciaspole, od al massimo lo sci da fondo. Quello di massa, da discesa, non mi è mai piaciuto. Guidando con calma, attraverso splendidi boschi, rientriamo sulla statale più in basso ed attraversiamo l’ultima cittadina prima di raggiungere la Penzion HIPPOCLUB, nei pressi del lago Liptov, dove saremo “I soli ospiti” per 2 sere. Avremo una camera sufficientemente ampia, con divano ed una grande terrazza, affacciata sul parco e sull’adiacente allevamento di cavalli.  Ci accoglie una simpatica ragazza che mastica l’inglese e che ci suggerisce, per cena, la vicina Villa Betulla. Poter cenare in ristorante per noi è una liberazione! Farlo chiacchierando con tutto il personale che parla Tedesco è un rilassamento. Mangiare bene …. un piacere!

25 Ottobre, Lunedì;

Per questa giornata ho previsto un piccolo giro di 100km scarsi, dopo la prima colazione con Wurstel e senape partiamo e verso le 9.00 siamo già alla prima sosta, La Cascata di Lucky. Quando percorrendo la strada principale, noto che il navigatore cerca di farmi percorrere una stretta stradina di un villaggio decido di non seguirlo proseguendo vista, così, dopo un paio di km, all’uscita del paese scorgo l’insegna di un posteggio e scorgo sullo sfondo la cascata. Il posteggio si affaccia sul giardino alberato, con panchine ed all’estremità opposta la cascata che forma un piccolo laghetto, sui bordi del laghetto hanno creato dei piccoli spazi, quasi dei marciapiedi per passeggiare. L’ora è perfetta, le foglie gialle nell’acqua sembrano messe apposta così la squadra composta da Canon’s, Cavalletto e Fabrizio si scatena! Non fa caldo, siamo ancora un paio di gradi sottozero e la macchina è ancora ricoperta di brina. Ripartiamo accendendo il riscaldamento, in direzione nord attraverso la zona termale, poi la stretta stradina prosegue per boschi incantati sino a LESTINY, dove, arrivando, distinguo la cima della chiesa in mezzo agli alberi; è la seconda tappa della giornata. Non c’è spazio per posteggiare e mi adatto. In giro solo un vecchietto su un trattore, ci saluta passando mentre raggiungiamo la chiesetta. Chiusa ma molto particolare: costruita su un pendio ripido, da un lato è al piano campagna, dall’altro hanno dovuto formare un terrapieno e dà l’impressione di trovarsi al 2’ piano. Si raggiunge la porta salendo una stretta scaletta fino al piccolo terrazzino all’ingresso. Mi affascina anche il Cimitero che la circonda, inglobato nel bosco, come pure il piccolo laboratorio di falegnameria poco distante con alcuni oggetti da Antiquario esposti all’esterno. Non c’è posto in macchina, non posso comprare nulla. Dopo pochi km ci immettiamo sulla strada statale, alla volta di Orava dove visiteremo l’enorme CASTELLO costruito su più livelli e dal quale il panorama sui dintorni è spettacolare. Nel programma di visite c’è un’altra chiesa Patrimonio UNESCO, ancora 40km più avanti, tornando alla macchina noto il cartello informativo che la ricorda, indica la distanza e dice “Aperta” ripartiamo raggiungendo la cittadina di Tvrdosin verso le 13.00. Raggiunta la città non troviamo più indicazioni ed allora attivo il GPS portatile con la mappa che ho caricato, raggiungendo con quello il Cimitero, la chiesa si trova nel cimitero, all’esterno pure si trova un cartello che recita… “apertura Ogni giorno Maggio-Ottobre, su chiamata da Ottobre a Maggio”, ovviamente c’è pure il n. telefonico da chiamare. Chiamate pure, nessuno risponde!   A sera scopriremo ciò che non era indicato da altre parti: “Chiusa il Lunedì”!  …. Ma allora ditelo che lo fate apposta, chiudete quando arriviamo noi! Con le pive nel sacco siamo ripartiti, nuovamente, verso sud sino a Podbiel, ove ho optato per non vistare il Museo all’aperto e proseguire in direzione est verso ZUBEREC. Subito fiori dall’abitato di Podbiel, sulla sinistra, ben visibile dalla strada e raggiungibile percorrendo 100m di stradina in un prato, si intravedono dei Ruderi molto particolari, il cartello, in sola lingua slovacca, indica che è stato recuperato con fondi Interreg. Una ampia facciata, due pareti laterali distrutte, una parete di fondo ed all’interno una struttura che mi ricorda una fornace, poi scopriremo che si tratta di una vecchia fonderia abbandonata, pausa per un po’ di frutta e via di nuovo, verso la zona sciistica di Zuberec.

La strada sale, il paesaggio è interessante, sempre i Tatra, ma una parte diversa. Zuberec sembra un paese dedicato allo sci, da qui alcune stradine risalgono ancora verso le montagne. Vorrei percorrerle, ma decidiamo di limitarci alla principale, già qui il paesaggio è spettacolare. Dopo alcune pause di ammirazione e fotografia, passiamo accanto ad una cava di ghiaia, poi ricomincia lo spettacolo della natura e, pochi km più avanti un altro tipo di spettacolo ci attrae è KOLIBA HOLICA. Si presenta come una struttura in legno a 2 piani, un ampio parcheggio dalla parte opposta, prati assolati e più in basso boschi autunnali. E’ un Ristorante, ci sono solo 2 clienti entrati poco prima di noi. Arredamento tutto in legno, proprio tutto. Ci portano il menù e la scelta obbligata: PIROGHY!   Ne ordiniamo di 2 tipi, con birra scura, formaggio impanato come antipasto. Nel frattempo, gli altri 2 turisti sono ripartiti dopo una birra ed una zuppa, noi, duri al pezzo, facciamo onore alla cucina.  Altri 4 turisti che tra loro parlano Inglese, 2 con un particolare accento (Ipotizzo spagnoli ipotesi poi confermata quando tra loro questi due hanno parlato in spagnolo), anche questi, Zuppa, Birra e via, noi invece: … costanti, duri al pezzo! La cameriera ci ha presi in simpatia!   … arriva anche il dolce.

Finito paghiamo rimanendo positivamente sorpresi del prezzo e lasciando una discreta mancia alla cameriera. La tolleranza all’alcol per la guida è ZERO, così decido di sgranchirmi prima di partire ed i prati e boschi delle vicinanze sono un’ottima area di movimento, per far evaporare l’alcool. Dopo un’oretta di passeggiata, con il vento che si è alzato, decidiamo di risalire in macchina è proseguire, sono solo 17 km alla Penzion HIPPOCLUB,  ma 17 km intensi: 2 soste su dei tornanti panoramici ad ammirare il paesaggio, la seconda con una splendida vista sul lago Liptov e sulle montagne ad ovest, poi la terza a 3km dalla pensione uscendo dal paesino di Liptovske Matiasovce:  dopo una stretta curva a destra, con il sole basso all’orizzonte, scorgo  dapprima una casa tipica, con un bellissimo melo, poco oltre, una bellissima chiesa con cinta muraria; trovato lo spazio per mollare la macchina entrambi ci fiondiamo fuori per le ultime foto della giornata, poco dopo il sole ci saluta e dice “Clik, a domani”! Una giornata nel complesso positiva e piena, positiva nonostante la delusione di Tvrdosin. Abbiamo pranzato sino a pomeriggio inoltrato, mangiamo un po’ di frutta, impacchettiamo i bagagli, prenotiamo l’albergo per la sera seguente e poi, Nanna!

26 Ottobre, Martedì   

Lasciata la Pensione dove abbiamo pernottato le ultime due notti, facciamo una breve sosta sul vicino lago per poi proseguire per altri 100km circa sino a Cicmany. Il paesino di Cicmany è minuscolo, ha però una particolarità: case in legno scuro, decorate con disegni geometrici bianchi.     Averi voluto pernottare qui, ma nessuna delle strutture contattate di è degnata di rispondere, il sito specializzato diceva che l’unica struttura attiva era piena, ho quindi prenotato altrove.  Sarebbe stato interessante provare a fotografare con la luce del tramonto o con la luce artificiale in notturna.  120km di strada prima di arrivarci, quasi 3 ore con alcune piccole pause, appena partiti, sul lago Liptov. Arriviamo verso mezzogiorno. Alcune delle strutture che non hanno risposto sembrano aperte, luce all’interno, nessuna macchina. Quella che un noto sito di prenotazioni dava come “non disponibile” è aperta, e poi ci diranno che avrebbero avuto posto, chiamando direttamente. Passeggiamo per un paio d’ore in un paese con pochi locali aperti, negozietti chiusi, poca gente in giro, solo altre 4 coppie di turisti, una delle quali, con macchina olandese, pranzerà accanto a noi alla Penzion JAVORINA.

Altri 40 km ed arriveremo a Bojnice, percorrendo bellissime strade attraversando boschi ed un lago artificiale, fermandoci per ammirare paesaggi ed in un caso per fotografare una famiglia di Cervi… si cervi: accanto alla strada. Sino ad ora ne avevo visti solo 2 in vita mia, qui una intera famiglia: 1 maschio, 2 piccoli e 6 femmine!  Maledico la decisione di non portare con me l’obiettivo 400mm, amichevolmente detto “Il Cannone”, e mi devo arrangiare con il 135mm.  Li vede Assunta chiedendomi cosa sono, io sono già passato e, con la coda dell’occhio ho notato alcune sagome di colore diverso da Cinghiali e Caprioli, così cerco uno spiazzo dove fare inversione e, trovatolo, ritorno velocemente indietro e raggiunto il rettilineo con il prato li vedo e riconosco i palchi del maschio….  Adrenalina alle stelle!  … trovo un altro spiazzo per fare inversione, sulla strada non c’è posto per fermarsi, preparo quindi la macchina fotografica che terrà in mano Assunta sino a quando mi sarò fermato: 400asa, diaframma fisso 6.3, tempo automatico, scatto singolo, unico punto di messa a fuoco,    Pronti… Via! Lascio passare alcune vetture e quando noto che non ne arrivano altre riparto lentamente, mi fermo ai bordi della strada nel punto più vicino al branco, il finestrino è già abbassato e scatto: il maschio guarda in direzione opposta, ma le femmine ci hanno notati, i piccoli si alzano e si spostano lentamente…. Il maschio volta verso di me….   Sta arrivando un camion e devo ripartire.  8 Scatti, ne scarterò 3.  Felicità!

Dopo pochi km scendiamo a Bojnice, HOTEL LIPA, Grazioso, ben strutturato, posteggio interno, ampie camere al 2’ piano…. No ascensore.  C’è il tempo per una passeggiata per il bellissimo vialetto alberato che raggiunge il parco sotto il castello, pieno di grandi alberi vestiti d’autunno Uno stagno, un MARTIN PESCATORE, no, 2; anzi 3….. sui posatoi, partono, si tuffano e si rituffano… più volte: Maledetta decisione di lasciare “il Cannone” a casa. Sono abituati all’uomo, li vedo da più vicino del solito, il 135mm però non basta! Rientrando ci fermiamo per un caffè ed una torta, quasi tutti i caffè stanno chiudendo. Abbiamo pranzato tardi e non ceneremo, od almeno così pensavamo, sino a quando non ci imbattiamo nel BOJNICE RESTAURANT e lo ammiriamo attraverso le finestre. Scappiamo tornando in Camera, ma. il richiamo del ristorante è forte e ne veniamo risucchiati. E’ l’ultima cena slovacca, non devo guidare, la birra è buona, buona anche la carne, economico il prezzo carina e cortese la cameriera. Poi una passeggiata nel vialetto alberato e poi abbracciamo Morfeo.

27 Ottobre, Mercoledì; Ho prenotato un albergo in Austria dove arriveremo percorreremo 280km circa per farci una piccola passeggiata in un bosco per sgranchirci le gambe. Intanto ripartiamo e prima di Bratislava ci fermiamo uscendo dall’autostrada per Gasolio e Spesa: Birra, Dolci….. e poi via, sino al confine.

Grazie Slovacchia per quanto ci hai proposto, per la natura che abbiamo ammirato, per le Chiese ed i Castelli aperti o chiusi che fossero, per la cortesia delle persone, e per come lo stile di guida sia molto migliore della giungla italiana, forse perché qui la Polizia ferma ed incassa le multe, ho visto molti controlli, molte macchine fermate, ho visto come nei centri abitati nessuno superi i 50kmh. Ho visto però anche come La disinformazione ha permesso a Noi di Viaggiare con il Nostro GREEN PASS nonostante i loro enormi problemi di contagio;   per sicurezza nostra ma Soprattutto degli Altri, prima di rientrare abbiamo chiamato il nostro medico e, spiegato il tutto, abbiamo concordato di effettuare un Tampone, l’insegnamento di mia mamma relativo alla Democrazia ed alla Libertà è ben radicato in me con 2 semplici concetti:

  • Democrazia: prima di pretendere dei diritti è utile rispettare le regole stabilite, gradite o no che siano;
  • Libertà:  la mia termina dove si incrocia con quella degli altri, da quel punto devo convivere rispettando il prossimo;

Per la cronaca: Negativo il Tampone, Positivo il viaggio.  Le rotelline stanno già girando come criceti per eventuali varianti del viaggio!  DAKUJEM, DOVIDENIE .

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