Castello di Aviano

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In piccolo borgo nei pressi della pedemontana, da una parte si vede il versante sud del Monte Cavallo e tratti della strada che porta alla località sciistica, dall’altra un panorama sulla pianura con vista, in primo piano, dell’Aeroporto militare di Aviano, “Pagliaro e Gori”;  ….quel che conta è Castello di Aviano, quando son qui non guardo molto altro in giro.   

Una bella piazzetta con una fontana al centro, un bar/negozietto sul lato ovest, accanto a questo una casa dove parte della mia famiglia ha abitato durante la 2’ guerra mondiale, dietro a questa fila di case una corte, delimitata a sud da un tratto di una vecchia cinta muraria con un vecchio arco di pietra dal quale si accede alla corte, un vialetto che porta alla chiesa del paese ed accanto alla chiesa, proprio tra la chiesa e le case retrostanti una struttura: la vecchia scuola;  Mamma ha insegnato qui!  Papà per un periodo aveva lavorato a Stoccarda, poi, ferito sotto un bombardamento, era rientrato; qui sono nati Giancarlo e Claudia, nelle case accanto alla scuola; Mamma mi aveva raccontato di alcune esperienze vissute durante la guerra in quella scuola, in una sola occasione aveva acennato ad un fatto accaduto a Castello in cui Papà aveva avuto un ruolo, ma non aveva mai voluto approfondire; Papà, al contrario, non aveva mai raccontato nulla.  Lo apprese Massimo, l’altro fratello, quando durante una visita al cimitero incontrò una anziana signora del posto, che, saputo di chi era figlio, gli raccontò con entusiasmo di un intervento che fece il babbo a seguito di un fatto accaduto a Castello verso la fine della guerra: una storia che coinvolgeva dei partigiani, una esplosione ed una reazione da parte dei tedeschi. Papà aveva lavorato a Stoccarda e parlava tedesco, pare avesse discusso con un ufficale; basta così, di più non sappiamo: fantasia o verità?  Mamma ne aveva parlato in una occasione, Papà non aveva mai raccontato di quel periodo, la signora che aveva descritto i fatti a Massimo non la conoscevamo, a me fa piacere crederci!  Il fatto che nelle vicinanze di Castello ci sia anche un campo da Golf poco conta, a me interessa il resto.  

All’esterno dell’arco di pietra che immette alla chiesa c’è una vecchia e strana casa, uno dei proprietari aveva dipinto un ritratto di Giancarlo da bambino, accanto a questa casa prosegue, in leggera discesa, un viottolo stretto, ci passa una sola macchina per volta e dopo 100m si trova il cimitero.   

Sin da piccolo, quando con papà e mamma venivamo a questo cimitero per trovare i nonni e salutare lo zio, che non ho mai conosciuto, del quale c’è solo una lapide perché dal 1913  …”abita” in Libia, sin da piccolo dicevo sono stato incuriosito dalle vecchie tombe e lapidi che si trovano sulle pareti della chiesa e nelle immediate vicinanze della stessa, Papà è ora li, assieme ai miei nonni dall’agosto 1988, accanto all’ingresso di una magnifica chiesetta: Santa Giuliana in Cimitero.    Una chiesetta che da fuori non dice molto, si presenta spoglia, semplice, isolata, affiancata da alcuni cipressi sul lato sud, la cosa cambia se ci entrate.

Per molti anni, passando in zona, l’ho sempre trovata chiusa e non ho più potuto vedere gli affreschi sulle pareti interne dall’ultima volta li avevo visti nell’agosto del 1988, il giorno in cui salutai il babbo, quel giorno avevo altre cose per la testa. Gli affreschi li avevo visti molti anni addietro quando Mamma si fece aprire la porta per mostrarmeli e mi spiegò che si trattava di Scuola o Epoca di Giotto… non ricordo bene, ero troppo piccolo.   Poi anni ed anni con la curiosità di vederli, talvolta con l’idea di chiedere al parroco di poterli vedere, ero sempre frenato dal non riuscire ad organizzarmi in tempo per andarci preavvisando.    

Nel 2021, a fine maggio, ero passato in zona per portare ad una associazione di Aviano alcuni scatoloni di libri che Giancarlo aveva lasciato dopo la sua “partenza”, decidemmo così di fare una puntatina anche da Papà, così, senza preavviso, … giusto perché ci andava!   La decisione fu premiata dal trovare Santa Giuliana aperta; dopo 33 anni avevo avuto nuovamente l’occasione per entrare ad apprezzare gli affreschi.

Quel giorno la “gita” proseguì poi verso altri luoghi dell’infanzia, e di gite con i genitori, tra i quali le sorgenti del Gorgazzo e della Santissima.

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