Marrakech 2025

Assunta aveva ascoltato più volte i racconti del mio viaggio del 1990, ne aveva viste le fotografie aveva chiesto quando avrei organizzato un viaggio anche con lei, ma il tempo passava ed io non trovavo l’occasione.  Dopo il terremoto del settembre 2023 ne avevo congelato l’idea, per non visitare il paese nella immediatezza dei problemi da questo causati.   Nel corso dell’ultimo inverno, dopo il soggiorno “montano” di 4 mesi, con solo qualche spolverata di neve, mentre si avvicinava il mio compleanno, mi resi conto che era il momento di organizzare il viaggio per i festeggiamenti, ma era pure chiaro che, dopo 4 mesi di montagna, un viaggio lungo non sarebbe stato opportuno; Marrakech divenne quindi la meta ideale per una breve “gita” di 4-5 notti.  Scelsi IBERIA: scalo su Madrid, si, ma arrivo e partenza dalla destinazione sarebbero caduti in orari comodissimi.  L’idea era di presentare la città ad Assunta osservando con curiosità i cambiamenti avvenuti nel corso dei 35 anni trascorsi dalla mia precedente visita, senza attendermi di rivedere o rivivere le medesime sensazioni, con la certezza che le cose erano cambiate.   Scelsi il Riad per la sua posizione tramite un noto sito di prenotazioni online. Il Club Med dov’ero stato nel 1990 non esisteva più, cercai quindi un Riad all’interno della medina, nei pressi dei souk e ne trovai uno in una zona che ricordavo bene, nei pressi della Moschea Mouassine, prenotai quindi al Riad O-ly.

12 Marzo – Mercoledì      La sveglia suona all’1.30 e, con la macchina già caricata il giorno prima, partiamo alle 2.00 diretti al posteggio dell’aeroporto di Venezia. Consegna bagagli, dogana, cappuccino e brioches (pagati a peso d’oro) infine decolliamo alle 6.20 per superare la coltre di nubi per galleggiare sopra di esse con il sole nascente alle spalle. Mi risveglio dopo un po’, per ammirare durante la discesa, le velature di nebbia che si sono formate nelle vallate spagnole ed in un batter d’occhio atterriamo a Madrid-Barajas alle 8.37.   Ci trasferiamo dal Termina T4 al tT4s ed alle 12.30, in leggero ritardo, partiamo per Marrakech dove arriveremo alle 13.20 locali. Raggiungeremo il Riad, con l’autista che ci hanno inviato, per le 14.00.    

Ci siamo!  Dopo una rinfrescata e dopo aver smantellato alcuni bagagli e resuscitato le mie Canon, io e soprattutto Assunta siamo pronti con le suole che sgommano sul pavimento. Appena usciti dal Riad giro a sinistra e dopo 20m mi fermo al cambio: 150euro/1545Dh senza commissioni.  Sul lato opposto rispetto al cambio scorgo un meraviglioso negozietto di libri: il primo scatto del viaggio!  Camminando ci scambiamo le informazioni circa l’autonomia residua scoprendo che entrambi siamo in riserva, ci addentriamo così al Fontaine des Espices per un “prancena” verso le 17.00 circa. Poi una ulteriore breve passeggiata e l’acquisto di una confezione da 12 bottiglie di acqua minerale per 38Dh che porteremo immediatamente nel vicino Riad (100m) prima di uscire nuovamente, questa volta diretti prima a Bab Ftouh, poi alla Piazza Jema el Fna.

La città si è evoluta: già dall’aereo ho notato quanto si sia ampliata e lungo il percorso in macchina ho osservato ancora meglio la serie di palazzi case sorte dove 35 anni addietro c’erano solo terreni e pochi alberi.  Anche Jema el Fna è diversa: meno bancarelle, meno venditori, meno macchine… ma più insistenza nel pressare il turista a comprare o sedersi; neanche le spiegazioni valgono a farli desistere; cortesi i cuochi che, a richiesta, mi lasciano fotografare, indisponenti i “buttadentro”. 

Quando, ad un certo momento, mi sento ispirato a fermarmi per delle “Brochettes”, nel mentre sto guardano il cuoco ed i tavoli per decidere quale, il solito indisponente “buttadentro” quasi mi sbatte in faccia il menù ed inizia a lamentarsi perchè non gli rispondo. Gli ho risposto che sarei andato via data la sua scortesia e così ho fatto.    Siamo andati a nanna presto ma stanchi ed abbiamo fatto bene, perché la mattina dopo, sulla terrazza del riad, ci attendeva una ottima colazione.

13 Marzo – Giovedì   Quest’anno festeggiamo qui: dopo Stokksness, Petra e Samarcanda, oggi tocca a Marrakech! Apprezziamo fino in fondo la colazione, lasciando ben poche briciole per gli onnipresenti e coraggiosi passerotti, poi usciamo per la prima lunga giornata.  La scelta del Riad risulta azzeccata: in 50m oltrepassiamo la Place Mouassine che, come molti altri luoghi, fotograferò per poi confrontare con le diapositive dell’agosto 1990, altri 20m e si oltrepassa la porta che immette nel Souk Sebbaghine, il Souk dei Tintori. Nel 1990 avevo avuto difficoltà a trovarlo e, quando all’ultimo giorno lo avevo finalmente raggiunto, avevano tinto il…. Nero! ☹       Questa volta lo trovo subito, trovo anche un paio di angoli che anni prima non avevo notato e vi entro iniziando a chiacchierare con un commerciante sul posto che, dice Assunta, offre delle interessanti sciarpe.  Una delle rare occasioni in cui apprezzo i ritmi di scelta di Assunta così la lascio scegliere accuratamente ed inizio a fotografare i dintorni, trovando un vecchio laboratorio che, mi dice il commerciante, non è più utilizzato perché la maggior parte delle tinture si fanno altrove mentre ora, nelle vicinanze, esistono solo 2 laboratori che tingono solo sciarpe. Ottime le informazioni, collaborativa Assunta che ancora necessita di tempo per osservare, provare e toccare i prodotti; dopo un’abbondanza di scatti mi unisco a lei per trattare e pagare 😊:     Sciarpa e Camicia lunga 350dh. Ancora qualche chiacchiera con il commerciante e poi via, ripromettendomi di tornarci in altri momenti della giornata. Dopo i Tintori c’è la porta del Souk degli “Intagliatori di Pietra” da qui ci addentriamo in parte di quello del Cuoio, poi scorgiamo un bagliore uscire da una ulteriore porta; porta che immette in un souk pieno di lanterne ed oggetti metallici…. Nel corso della prima ora e mezza abbiamo percorso 300m!  Raggiunto nuovamente il Souk del cuoio, vengo attratto da un interessante negozio che espone anche capellini in pelle: li osservo, guardo la lavorazione e la voce di Assunta alle mie spalle dice: ben fatti!  Ne ero già attratto e la sua approvazione mi convince, chiedo così di altri colori ed in un paio di minuti arrivano con l’intera gamma, tra i quali un bellissimo Ocra/Senape mi conquista, c’è pure la misura, manca il prezzo!  Chiacchierando con il venditore nasce un istruttivo ed interessante dialogo: Inizio io con: “Quanto costa?”;  Lui risponde ”Ti faccio un buon prezzo!”;  Io “Buono per chi?”; Sua risposta “Buono per entrambi se ci accordiamo”   … LAPALISSIANO !     Inizia così la fase operativa e, partendo dai suoi 300dh contro i miei 130dh, arriviamo a concludere che 180dh sono buoni per entrambi!   Mi sono fatto il regalo di Compleanno!    Poi è la volta di Assunta che, scorto un vecchietto con una graziosa barba bianca che sta lavorando alcuni braccialetti in pelle, ne sceglie uno per 20dh, poi altri 10dh li dona ad un secondo vecchietto, probabilmente ipovedente, che incrociamo subito dopo.  Senza accorgerci siamo arrivati, dopo un paio d’ore, alla Moschea Ben Youssef che attualmente è chiusa per restauro dopo il terremoto. Uno dei posti che più mi era piaciuto nel 1990 era l’adiacente Madrasa Ben Youssef e voglio mostrare ad Assunta. 60dh a testa per entrare in una ressa che da molto non vedevo, ma ne vale la pena. Data l’ora decido di proseguire in direzione est, verso la zona dei conciatori, mi sono reso conto che le distanze sono molto brevi ed allora ci proviamo, ma prima, notato un cenno di debolezza in Assunta la faccio bere e mangiare una barretta, poi, constatata l’ora le propongo una pausa in ristorante ed a quel punto le si riaccendono gli occhietti.  Accanto al vicino “Museo della fotografia di Marrakech”, c’è l’ingresso del Dar Tazi: l’ingresso suona interessante e ci suggeriscono di salire alla terrazza che risulta ombreggiata e comoda. Mangeremo bene, io resterò estasiato dalla Tajine di pollo al limone, pagheremo, in tutto, circa 19 euro con Carta di Credito. Ripreso il percorso passerò accanto ad una “sala Giochi” dove due bambini, maschio e femmina, in perfetta eguaglianza di “gender”, si sfidano ad una partita di calcetto, e sembra vincere Lei ovviamente.  Raggiungeremo l’incrocio tra Rue Tachenbacht e Rue Bab Debaggh, un angolo “non turistico” con alcune macellerie e negozietti, molte persone intente a fare acquisti; qui fotografare è complesso, anche chiedendo non acconsentono, ma restano comunque garbati, Fermi ma Garbati, quindi li rispetto! Al termine di Bab Debagg si raggiunge l’omonima porta dopo aver attraversato la zona delle concerie. Le “guide” per le concerie arrivano come mosche, riescono anche a litigare tra loro alla mia presenza. Ho optato così di proseguire uscendo oltre le mura. Nel 1990 ci ero già stato: allora la puzza era insopportabile mentre questa volta non la sentivo affatto, al contrario all’epoca non c’erano gli sciami di insistenti “buttadentro” che ci sono ora. Dopo aver osservato le mura dall’esterno siamo rientrati ed abbiamo proseguito per la nostra strada ignorando i fastidiosi buttadentro e continuando a memoria il percorso fatto 35 anni prima, il tutto mentre una “guida” insisteva fermandosi solo dopo il mio secco “LA” (il no in arabo); allora questi, un po’ sorpreso, ha provato a dirmi che il percorso che stavo percorrendo non portava da alcuna parte…. infatti: terminava in una conceria, dove a parte i lavoratori e noi non c’era nessun’altro. Terminata la nostra tranquilla visita ci siamo diretti nuovamente verso il centro per rituffarci nei Suok raggiungendo prima Bab Ftouh e poi il riad.    La giornata non poteva finire qui, mancava giusto una cenetta ed una romantica passeggiata serale. La cenetta l’abbiamo apprezzata al Les Almoravides: un piccolissimo ristorantino con terrazza panoramica e vista sulla Moschea ben Youssef con una gentilissima e simpatica cuoca/cameriera in un semplice e gradevole ambiente dove c’eravamo solo noi ed altri 2 clienti; abbiamo ordinato delle ottime “Brochettes” per me ed una Tajin per Assunta accompagnati con un Tea… il tutto per 18 euro.  Attraversare di sera il Souk deserto con i negozi e laboratori quasi tutti chiusi, addentrandoci ancora nel settore rei Tintori è stata una esperienza molto interessante anche se non particolarmente romantica. Poi a nanna, perché domani ci attende la buona colazione!

14 Marzo – Venerdì     Durante la notte è piovuto, al mattino splende il sole e ci arride la colazione. Le previsioni meteo indicano pioggia durante la giornata che inizia raggiungendo una vuota piazza Jema El Fna e proseguire lungo Rue Zitoun Lakdim al termine della quale raggiungiamo Place Mellah da dove svoltiamo a destra; nel frattempo il cielo si è scurito ed abbiamo appena il tempo per indossare le giacche a vento e coprire gli zaini, prima che aprano le docce. Lo scroscio intenso durerà pochi minuti terminando proprio mentre raggiungiamo la biglietteria delle Tombe Saadiane.  100dh a testa di ingresso sono un prezzo esoso considerando come sono tenute e come si svolge la visita ed attendendo poi in coda per una mezz’ora per vedere, con estrema velocità attraverso una porticina stretta, le principale attrazioni, quelle per cui davvero vale la pena entrare, ma stare più di 30/40 secondi, con la gente dietro che preme ed attende è quasi impossibile.  Nel frattempo, ha ricominciato a piovere ed abbiamo la fortuna di entrare in un caffè accomodandoci prima che lo stesso si riempia di altri turisti in cerca di riparo.        Dopo una cioccolata calda ed una visita alla toilette, torna il sole dandoci il segnale di riprendere la passeggiata.  Proseguiamo così sino a Bab Agnaou e Bab Er-Reb per poi uscire costeggiando le mura e poi accedere velocemente per qualche scatto nell’ampio Cimitero Imam Souhaili. Assunta ieri sera ha letto dei Giardini della Menara, dei quali ho un bel ricordo di 35 anni addietro, così optiamo per fermare un taxi per raggiungerla;  il primo autista si ferma e, comunicata la destinazione, mi chiede 10Euro, rispondo 50Dh lui ci pensa e, mentre ripete 10Euro scoppio a ridergli in faccia  e lo saluto; Il secondo si ferma un paio di minuti dopo: ha una passeggera a bordo ed intuisco la strategia;  “How mouch to Jardin de la Menara?”,  l’autista mi fa capire di proporgli io il prezzo, che diventa “40dh”, resto stupito io a vedere che accetta!  Dopo aver lasciato la prima passeggera, che gli lascia 10dh, l’autista prosegue sino alla nostra destinazione e gli lascio 50dh senza attendere il resto. Ora possiamo passeggiare tranquillamente, tra gli olivi, sino a raggiungere il grande bacino d’acqua ai bordi dell’aeroporto. Il cielo è terso, solo alcune nuvole basse ad est ci impediscono di ammirare le montagne dell’Atlante. Passeggiamo e visitiamo anche la costruzione sul lato est del Bacino: 60dh a testa, non ne vale la pena: è una costruzione di 2 piani, senza alcun arredamento: 6 euro per entrarvi sono uno spreco di soldi e tempo.   Poi ripercorriamo a ritroso il medesimo percorso dell’arrivo ed attraversiamo la strada trafficata al semaforo; dalla parte opposta 2 taxi sono fermi in attesa; 35 anni addietro, in agosto, sotto il sole i taxisti ci sparavano cifre astronomiche, così siamo rientrati a piedi apprezzando il paesaggio; questa volta ho messo in preallarme Assunta avvisandola “Lascia fare a me, e stai pronta all’eventualità di rientrare a piedi”, poi sono entrato in azione: ho raggiungo il primo taxi, il più nuovo, ed ho chiesto: “To Koutoubia?” (so che sono solo 2,7 km) e questo candidamente mi risponde 10Euro.  La mia risposta è stata sorridente e divertita: “Eh Bien, atendè la prochain turist” 😊,  poi mi diretto al secondo Taxi posteggiato alle spalle del primo, che ha sicuramente assistito alla scena, ed alla mia domanda “How much to Koutoubia”, come mi aspettavo, suggerisce di fargli io un’offerta, che è stata: “30dh” lui ha quindi rilanciato prima con 50, poi 40, poi 35, mentre io continuavo a ripetere 30dh, alfine ha accettato i 30dh! Pochi minuti dopo l’ho fatto fermare accanto ad altri taxi nei pressi della Koutoubia pagandolo e salutando. Poi una passeggiata verso l’albergo attraversando il giardino della Koutoubia, passando davanti al vecchio ingresso del Club Med prima di raggiungere Place Jema el Fna diretti a Bab Ftouk mentre iniziava nuovamente a piovere.   Il percorso sino al Riad era affollatissimo a quell’ora ma perlomeno quasi tutto coperto.  Rientrati al Riad ci rilassati e definendo la serata: torneremo a cena al Dar Tazi, dove ieri abbiamo pranzato benissimo. Usciremo un’ora più tardi mentre sta ancora piovigginando, attraverseremo l’area dei Souk e sbaglierò strada, nulla di complicato però, quando mi rendo conto capisco anche che allungherò di poco, tant’è che arriveremo al ristorante 20 minuti prima dell’apertura, approfitteremo così per un’ulteriore passeggiata fotografica nei dintorni, con scorci e giochi di luce interessanti. Buona la cena, piacevole la camminata attraverso i Souk per rientrare al Riad.

15 Marzo – Sabato    Durante la notte ha piovuto ancora, ma oggi il sole dovrebbe continuare per tutto il giorno. Dopo la prima colazione ci avviamo decidendo di percorrere, a caso, alcuni viottoli alle spalle della Fontana Mouassine sino ad uscire nel Souk che conduce al Bab Ftouh: una deviazione breve che ci permette di apprezzare alcuni scorci nascosti, al di fuori del percorso turistico, prima di proseguire verso Jema el Fna e poi ancora in direzione sud.   Imboccata dapprima la Rue Zitoun Lakdim, deviamo subito a sinistra per raggiungere e poi percorrere Rue Zitoun el Jdid sino al Palazzo de la Bahia dove ci accodiamo alla lunga fila di turisti in coda per pagare 100dh a testa e visitare, immersi in una bolgia surreale, un palazzo parzialmente in restauro. All’uscita, dopo oltre un’ora, la coda apparirà ancora più longa.  Pausa per un caffè e sosta ai box in Place Mellah per poi addentrarci i in un’area che non avevo visitato in passato: L’adiacente Souk delle Spezie, sarà piacevole fermarci ad acquistare in alcuni negozietti ed in particolare all’interno di un Funduk con cortile interno e due piani di laboratori e negozi dove una gentilissima e sveglia ragazza ci presenta le merci parlando spagnolo e francese. Ci addentreremo poi nelle viuzze del vecchio quartiere Ebraico raggiungendo la Sinagoga Al Azama, purtroppo non ci siamo ricordati che è sabato ed apprendiamo che anche il vecchio Cimitero ebraico non è visitabile.    Rientreremo sempre lungo Rue Zitoun el Jdid, constatando come la coda per il Palazzo Bahia sia ulteriormente aumentata. Si son fatte quasi le 15 e decidiamo di mangiare qualche cosa cercando un ristorante accattivante, purtroppo in zona pienamente turistica sono tutti pieni, poi troviamo il ristorante Kanaria, dove, con difficoltà ci trovano un tavolo sulla terrazza, ascolto un padre austriaco che parla con il figlio accanto a me, alcuni italiani nei tavoli adiacenti, spagnoli francesi e quant’alto, sino a quando arriva la cameriera per l’ordinazione: mi sconsiglia i piatti che desidero, indicandomi una serie di piatti freddi che avevo già scartato ed insiste: “per quello che chiedi devi aspettare, almeno 2 ore”. La soluzione al problema è facile: mangia solo Assunta così ordiniamo per lei più 2 Tea alla menta. Sorseggiando il Tea mangerò una delle mie barrette assieme ad un paio di patatine di Assunta, poi dopo aver ordinato un ulteriore Tea ed averlo atteso inutilmente per altri 20 minuti, chiedo il conto ed allora la cameriera si ricorda e mi chiede se voglio anche il 3’ tea, ovviamente NO! Pochi minuti passi più avanti trovo un ulteriore ristorantino, dove entriamo ordiniamo e mangiamo ottimamente attendendo solo qualche minuto: il Cafè Corner dove paghiamo 20 euro scarsi. Saremo al Riad verso le 16 dove mi riposerò un pochino prima di alzarmi infreddolito. Non abbiamo voglia di cenare, decidiamo allora di raggiungere la pasticceria Lalla Moulati per un tea con qualche pasticcino, ma per strada c’è molta ressa, per “sicurezza” oltre al mio registratore di tracce attivo anche Google maps… che “sicuramente” mi porterà fuori strada!  Gli 800m sono diventati 1,6km e quando mi accorgo dell’errore la calca non è calata mentre Assunta è distrutta; raggiungiamo la Pasticceria che sta chiudendo e possiamo così solamente acquistare alcuni pasticcini da asporto. Il rientro sarà faticoso dovendo portarci anche la stanchezza sulle spalle, ma troveremo un piccolo Caffè, dove pur in chiusura, ci permettono di sederci servendoci i due Tea: è l’Al Madina Spot. Al Riad i pasticcini saranno apprezzati prima di cadere nelle braccia di Morfeo sognando la colazione di domani.

16 Marzo – Domenica       La notte ha portato riposo, la mattina presenta la buona colazione, la giornata ci condurrà verso altre aree mete.

Ricordo vagamente un percorso fatto nel 1990 ed ho cercato dove si trova una fontana vista all’epoca,  ci avviamo allora verso di essa, il resto sarà di pura scoperta. Di primissima mattina, mentre i negozi stanno ancora aprendo e solo pochi dei “Colleghi Turisti” hanno la nostra stessa tenacia, attraversiamo i Souk diretti alla Moschea Ben Youssef che oltrepassiamo alla ricerca della fontana di cui ricordo le fotografie scattate in un’altra vita e quando la trovo mi prende la tristezza: Il terremoto del settembre 2023 ha lasciato il segno anche qui.  Tutto il viottolo è puntellato, a circa 3m da terra sopra il viottolo c’è una impalcatura con un ripiano che non si capisce se è calpestabile per lavori o se si tratta di una protezione per oggetti cadenti.  La fontana la riconosco bene, ma la si vede solo a settori, coperta dalle impalcature: Fountane Shrob el Shouf, era così bella!

Proseguendo passiamo accanto al minareto della piccola moschea Attayib che fotografo ancora con la medesima angolazione di 35 anni prima: il mio personale viaggio nella storia. Raggiungiamo poi una piazzetta con alcune bancarelle sparse e mentre ne osservo una ammirando la vecchia bilancia, uno dei venditori mette sulla stessa i 2 piatti mancanti, mi sorride e mi invita a fotografarla.  … Certe occasioni vanno colte al volo 😊.   Poco oltre altri banchetti ed un curioso distributore di carburante; mentre sto fotografando il distributore lo scemo di turno inizia a starnazzare, non lo noto subito, è fuori dal mio campo visivo e comunque è troppo brutto per essere fotografato…   poi inizia quello che penso sia un figlio. “No Photo, No photo…”    dici a Me? A me che sto fotografando altro e neanche ti cago?    All’ennesimo loro strillo rispondo “Si tu veix apellez la police” ed a quel momento entrambi si zittiscono mentre un autista che accompagna dei turisti ed ha assistito alla scena mi suggerisce: “Take Your time sir”,  .. of course, “J’ll do it”!

Proseguiamo verso nord lungo una strada dove alcuni fabbri e carpentieri lavorano nei loro locali sino a raggiungere la Bab Lakhmiss per poi rientrare dopo una sosta fuori dalla Bab Kechic dove si tiene un interessantissimo mercatino non turistico.  Poi continuiamo percorrendo Rue Bab el Khemiss, passando accanto alla moschea Ben Salah e ributtarci nella calca del Souk Haddadine sino alla Place des Espices ed ancora via, tra negozietti, viottoli e venditori prima di rientrare al Riad per la pausa rigeneratrice.

Abbiamo deciso che “l’Ultima Cena” la consumeremo ancora al grazioso Les Almoravides dove la Cuoca/Cameriera ci riconosce.  Uno sguardo sulla città e sulle montagne dell’Atlante prima del tramonto e poi è tempo di ordinare le ultime Tajine e Brochettes di questo breve soggiorno. Rientriamo al Riad attraversando ancora il Souk buio e quasi deserto, acquistando per Assunta 2 specchietti per i quali ottengo la metà del prezzo inizialmente richiesto, poi ci accomodiamo nel letto per quello che speriamo essere un meritato sonno. L’illusione dura poco: alle 22.00 va in scena lo spettacolo dei muratori che iniziano a lavorare sotto la finestra della camera nella casa adiacente, gridando tra loro e caricando residui di calcinacci su motocicli che vanno e vengono…. Durerà sino alle 3 di mattina. Parte della spiegazione l’avrò dal Recepnionist quando andrò a lamentarmi verso l’1.30:  In ramadan il fedele può decidere di lavorare di notte, un giorno alla settimana, … quelli hanno deciso per quella notte!

17 Marzo – Lunedì         Dopo la “Notte Brava” durante la quale se siamo riusciti a dormire 2 ore siamo stati fortunati, mi alzo presto; certo, mi attende la buona colazione, ma voglio approfittare dell’alzataccia per raggiungere il Souk dei Tintori prima che aprano… Assunta prosegue impacchettando i suoi bagagli.   Esco poco prima delle 8.00 incontrando pochissime persone ed una bellissima luce, la porta che immette al souk, accanto alla Fontana Mouassine è semichiusa e la oltrepasso. L’area deserta ed incontro solo 2 negozianti che stanno aprendo e preparando l’esposizione esterna, uno di questi, dopo esserci scambiati il “bonjour”, mi invita ad entrare… incredibile!    La stessa cosa accade in un settore dei Tintori, il negoziante non ha ancora esposto la merce, sta gettando acqua per terra per asportare i residui… e mi invita ad entrare e “solo guardare”,   ora tutto mi è chiaro: è un riflesso condizionato,   come quello della Mamma che, quando passavo a trovarla, prima di ogni altra cosa ed a qualunque ora del giorno, chiedeva cosa volessi mangiare….   È tutto automatico!   Scatto le ultime foto prima di rientrare per colazione, dove, l’addetto mi chiede “come stiamo”, la risposta è istintiva ed involontaria: “Male, non abbiamo dormito per gli urli degli operai, i rumori dei lavori e delle motociclette…”  L’inserviente appare dispiaciuto, io lo tranquillizzo dicendo, “si, ma non c’entrate voi, era fuori”    ….. La colazione è mangiata, il tempo e passato e c’è molto ancora da vedere….  “It’s time to go” Dobbiamo partire per percorrere i 200m di strada pedonale sino a dove ci attende la macchina; ci accompagna il ragazzo della reception che, mentre sto per dargli gli euro per la macchina mi dice: “Ho parlato con il titolare e, considerato il disturbo che avete avuto, vi offriamo noi il Transfer sino all’aeroporto!”, resto allora basito. I soldi del Taxi li ho lasciati come mancia per il personale!   Le esperienze Marocchine non sono finite qui, mancano ancora due scemenze:  La prima arrivando alla macchina, che attende posteggiata sull’altro lato della strada, per raggiungerla ci sono le strisce pedonali, gli altri son già passati, io un po’ più indietro sto arrivando: guardo a dx, guardo a sx e passo, io davanti ed il trolley dietro e, sulle strisce, inizio a deviare leggermente a destra verso la macchina e facendo questo percepisco una presenza dapprima dietro a me, poi alla mia sx, e come mi volto mi trovo un motorino con arabo dotato di casco e cappotto tipico che voltato verso di me prosegue, toccandomi la spalla per passarmi davanti ed urlando mi cose incomprensibili…  “Ho io la precedenza e lui potrebbe passare dietro” allora il fermarmi e far partire la sberla sul suo casco sono un tutt’uno e, mentre si ferma, gli poso la mano dietro il casco abbassandolo verso le striscie pedonali e dicendo “Pedestrian Crossing”, poi aggiungo “ou tu es stupid?” e fu così che non disse più nulla: si limitò a ripartire. L’altra dimostrazione di ottusità si presenta al gate dell’aeroporto: Iberia, da anni in tutti gli aeroporti, imbarca i passeggeri per “gruppi” a seconda della posizione nella cabina, ho il codice 3. Al gate, attendo ed una inserviente mi dice di passare, le faccio notare il Codice di Gruppo e mi risponde non importa, passa; una volta passati, attendendo nel surriscaldato Corridoio di imbarco iniziano a suddividere per Gruppi, indicandomi di stare “in pieno sole nel posto più caldo” delle 2 operatrici una ha capito le mie spiegazioni di “Shadow/Sun, I suffer from skin disease” la seconda non ci arrivava è s’ è fermata solo al mio invito di selezionare prima del gate i gruppi o di chiamare la sicurezza. Il rientro è stato snervante, probabilmente per la precedente notte in bianco. Dopo la sosta ed il cambio aereo a Madrid siamo arrivati a casa alle 1.30 del martedì 18 piombando immediatamente nel giusto sonno. Al risveglio ero in preda ad un fortissimo raffreddore.

Le considerazioni finali su questo viaggio sono semplici: bello è turistico, dal 1990 ho notato molte differenze alcune probabilmente positive altre di cui non sono certo. Partendo il presupposto che, quando visito un paese straniero con altre usanze ed abitudini, è mia prassi cercare di fare il mio meglio per rispettare le usanze ed abitudini locali, almeno sino a quando i locali rispettano me.

Gran parte delle persone con cui ho avuto modo di interagire sono parse molto cordiali e socievoli, oltre che tolleranti ed aperte, altre invece si sono dimostrate estremamente arroganti ed irrispettose: a partire dal commerciante di piazza Jema el Fna che alza il dito medio a mia moglie perché non ci fermiamo a comprare, ma che nega di averlo fatto quando poi torno a chiederli spiegazioni ….     Ai motociclisti che passano nei viottoli della medina, alcuni con attenzione, altri invece come se fossero i pedoni a non doversi trovare lì. Ripugnanti ho trovato i due negozianti che hanno cercato di impedirmi di fotografare, nel mezzo di una piazza e di una souk, mentre NON stavo inquadrando persone: i primi, hanno iniziato ad urlarmi mentre fotografavo un distributore di benzina chiuso nei pressi del loro negozio, li ho semplicemente invitato a “Call the Police if you dont agree”,   il secondo mi si è parato davanti intimandomi di non fotografare, per risposta ho continuato a scattare dicendogli che “mi trovavo in luogo pubblico e se fosse stato contrario poteva chiamare la polizia”; Fastidiosi i “Buttadentro” e le finte “Guide” che insistono e si offendono se non gli dai attenzione, come se un turista dovesse dedicare alcuni minuti a parare con Tutti i 50 personaggi che gli propongono cose… 3 minuti ciascuno, per 50 soggetti = 150 minuti… questo non lo capiscono…

Marrakech è cresciuta, più grande e più moderna, rimanendo sempre bella ed attraente… Rispetto al 1990 ora ho notato meno bambini che interagiscono con i turisti, mentre 35 anni fa erano la maggior parte, ho però notato anche più scuole girando per la città. Questo penso sia un bene, soprattutto ricordando quanto mi disse un ragazzo nel 1990 offrendosi di accompagnarci: “Preferiamo dedicare noi del tempo piuttosto che lo facciano i bambini, altrimenti a fine giornata quei bambini portano a casa più soldi del padre e smettono di andare a scuola” Il Marocco mi attira ancora, quello che mi frena è proprio questo misto di Insistenza/arroganza che non ho trovato in altre nazioni negli ultimi anni ma che constato sta aumentando anche nel mio paese.

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Alcune fotografie da Flick