Mentre programmavo il viaggio dell’ ottobre 2021 in Slovacchia, avevo notato come la distanza dal confine polacco, in un paio di occasioni, fosse molto ridotta; non avevo particolare interesse ad arrivarci, ma mi ricordai di una fotografia, vista in passato, di un cimitero di guerra, cercai di ricordarmi cosa e dove fosse, scoprendo che si trovava proprio in quelle zone, appresi inoltre che le Chiese di legno, non sono una caratteristica solo del Maramures romeno, ma anche di altre zone, tra le quali il sud della Polonia vicino alla Slovacchia dove, proprio per le chiese di legno mi sarei recato; “sconfinare” diventava un Obbligo!
23 Ottobre, Sabato
In una splendida mattina di sole autunnale, cosa c’è di meglio di una sgambata nella natura, nei boschi, risalendo colline in aree sconosciute, cercando cimiteri della 1’ guerra mondiale…. in Polonia. Una cosa che chiunque, immagina, organizza e fa: Io sono Chiunque! Rotunda si trova nei pressi del villaggio di Regietow, è conosciuta anche come “Cimitero della Prima guerra mondiale n. 51”. Mi incuriosiva la sua struttura caratteristica, mi attirava la camminata nella natura di 1,6 km per 250m di dislivello. Era il principale motivo del nostro “sconfinamento” cosa mi poteva fermare? Solo le mie paure: quella di non saper dove posteggiare la macchina al sicuro e quella di incontrare un orso oltre al timore che il mio ginocchio non completamente recuperato potesse non concordare con me, la peggior paura era quella del brutto rapporto di Assunta con le salite. Passato il confine seguivo il navigatore, eravamo in zona verso le 9.30, il punto lo avevo registrato approssimativamente mentre la stradina proseguiva ancora oltrepassandolo, fuori mappa e priva di indicazioni. Giunto alle ultime case del villaggio vidi una ragazza che usciva da una casa per salire su una piccola Jeep, indossava una tuta tecnica simile a quelle che avevo quando facevo parte del gruppo di cani da soccorso; cuciti sulla giacca un paio di stemmi ed una bandiera polacca, sembrava sveglia ed attiva, masticava poco l’inglese ed il tedesco mi limitai, così, a chiedere una sola parola: “ROTUNDA”; Lei si illuminò sorridendo ed indicò di proseguire per circa 1,5km e così facemmo. Trovai il ponticello da cui iniziava il sentiero, ma non era opportuno posteggiare per mancanza di spazio, cercai quindi di fare inversione ed a quel punto arrivò la Jeep con la ragazza di prima ed un secondo ragazzo a bordo, parlammo un po’, tra inglese e tedesco e ci spiegarono dove era meglio posteggiare, anche perché di li a poco sarebbero passati un gruppo di cavalli e non era sicuro. Seguimmo le indicazioni ed iniziammo l’opera di vestizione: scarponi, zaini, acqua e passarono i cavalli con i rispettivi cavalieri, circa 50-60. Avanzavano lentamente e ci passarono accanto salutandoci, al loro seguito una decina di carri, trainati da cavalli, con bambini e ragazzi e donne a bordo, probabilmente una festa. Iniziammo la salita che per Assunta fu il secondo Calvario. Un percorso breve, facile, ma con due strappi più ripidi, il secondo dei quali, in mezzo al bosco quando la salita, da mulattiera si era trasformata in sentiero ricoperto di foglie che nascondevano il tracciato e che non permettevano di capire cosa celassero. Comunque, un sentiero ben tracciato, almeno con i segni sugli alberi. Impiegammo un’ora con ripetute pause. Le imprecazioni di Assunta le assorbivano molte energie, ma, come sempre, arrivò anche Lei in cima. Erano circa 11.00 quando arrivammo e c’eravamo solo noi, nel silenzio intramezzato dal rumore del vento che soffiava al di sopra degli alberi. Un cimitero diverso da tutti quelli che ho sempre visto, molto d’effetto. Ai bordi alcune tabelle ne spiegavano la storia su un Fronte di Guerra, lontano ma contemporaneo a quello che noi abbiamo sempre conosciuto, qui la “partita” fu: Austria-Ungheria vs. Russia.












Quel pomeriggio visitammo un secondo cimitero simile, pochi km più a nord: Magura il Cimitero n. 60. A questo secondo cimitero ci si arriva in macchina. Leggermente diverso dal precedente, pur sempre affascinante ed intenso. Molto particolare una “Lapide” diversa dalle altre, ma con queste allineata ed ordinata; immaginai subito cosa fosse, ne ebbi immediata conferma guardandola di fronte.
Differenze simili le avevo viste sino ad ora solo in Cimiteri di guerra Anglosassoni, dove solitamente su identiche steli di Pietra, si trovano incise la Croce o la Stella. Qui, in mezzo a tante Croci l’unica cosa diversa, alla base qualcuno aveva posato le preghiere. Mi sono irrigidito, non per quando c’era o rappresentava, ma per un ragionamento: MENDEL BROD, del 4’ Battaglione fucilieri, era morto nel 1915 combattendo per l’Impero Austro-Ungarico, alleato al Reich di Bismark se fosse sopravvissuto, 20 anni dopo Mendel Brod, non sarebbe neanche stato un soldato, sarebbe stato assassinato per l’ottusità di essere umani che seguivano pedissequamente le indicazioni di un “piccolo Austriaco Moro”, che predicava di una Razza eletta “Alta, Teutonica e Bionda”, pochi ne capivano le contraddizioni e la bassezza, semplicemente perché la maggioranza sentiva solo quello che gli interessava sentire.
Da quanto ascolto e leggo dai “Soloni della Rete” e da qualche politico brevimirante, oggi c’è ancora qualcuno che non ci arriva neanche con al prolunga. Persone che non sanno o non ricordano come la nostra antenata comune più antica, chiamata “Lucy”, sia stata trovata in Africa ed in tutti i Nostri DNA ci sono settori che a quell’antenata risalgono, eppure ancora oggi i brevimiranti sobillano la gente con sciocchezze, spesso contraddittorie, che tornano utili esclusivamente ai brevi fini elettorali, non certo alla pacifica convivenza, ancor meno a scopi economici, spesso nemmeno a beneficio della maggioranza di quelli chi li votano.


Nel corso della giornata inoltre visitammo alcune chiese in Legno, una delle quali Patrimonio UNESCO, quella di Kwiaton, che trovammo aperta, visitabile e dove potemmo acquistare un bel Calendario 2022 sulle chiese in legno della zona, oltre ad una piccola Icona, l’ingresso era libero e non c’erano vincoli alla fotografia del luogo
Skwirtne, trovata per caso, percorrendo la strada che da Regietow conduce a Kwiaton, ci limitammo a guardarla dall’esterno;

Gladiszow Diversa dalle precedenti, certamente più recente ma chiusa, nei pressi c’era quella che ritengo fosse la sede parrocchiale, ma non insistemmo per cercare di vederne l’interno;

Zdyna L’ultima della giornata, l’avevamo intravista accanto alla strada al mattino ed al rientro, pur se tardi, la raggiungemmo; forse la più attraente della giornata, come posizione. Anche questa chiusa.

24 Ottobre, Domenica
a Pochi km da Bardejov, in direzione Nord-Ovest, nella località di Powroznik. Avevo trovato poche informazioni, tra le quali che si trattava di una chiesa inserita nella lista dei Patrimoni UNESCO, la deviazione comportava pochi km in più, raggiungendo inoltre una seconda chiesa, poco prima del rientro in Slovacchia, mi risultava ne esistesse una terza poco più a nord, ma le informazioni erano confuse. Decidemmo di partir presto, saltare una chiesa slovacca raggiungendo Powroznik, dove arrivammo dopo 33km. Bel percorso anche questo attraverso colline coperte di boschi e con poco traffico. Defilata rispetto alla strada principale ma facilmente raggiungibile, con un ampio posteggio sterrato accanto. Interessante la chiesa che, come l’altra UNESCO vista il giorno precedente, sembrava avesse il rivestimento ed il tetto rifatti da poco e verniciati, comunque impregnati. L’ingresso principale del recinto era nastrato, probabilmente per recenti lavori di muratura, era comunque aperto il Cancello secondario da cui entrammo. Chiesa chiusa, ma molto interessante e gradevole, Molto particolare il banchetto con l’altarino posto all’esterno della chiesa, molto scenico dal prato esterno l’albero con i Colori autunnali abbinato al colore della chiesa. Estremamente interessante poi il grande cartello informativo, nel posteggio adiacente, che presentava una mappa con l’indicazione di altre chiese dei dintorni e le caratteristiche ed immagini di alcune di esse. Tante, talmente tante da Ipotizzare un viaggio esclusivamente per questa area, aggiungendo quella del giorno precedente, magari con Andata via Krakov e rientro via Bardejov…. O viceversa. Con il tarlo della possibilità riprendemmo il percorso in direzione Sud Ovest, per raggiungere, dopo 14km, Leluchov alla ricerca della seconda chiesetta che trovammo poco oltre l’abitato e risalendo una stradina asfaltata per circa 600m sino al comodo posteggio. La chiesa era aperta, intuimmo come stesse per esserci una funzione religiosa, quindi entrammo velocemente, solo per un minuto constatando come sia il Pope che alcuni fedeli fossero già all’interno e, per non disturbare, uscimmo; io mi aggirai ancora per fotografare l’esterno. Il declivio su cui sorge era rivolto a sud e stava uscendo il sole. Mi resi conto che il confine era subito sotto l’abitato, lungo il torrente che divideva Leluchow dal villaggio in Slovacchia che si trovava sulla sponda opposta, sopra questo abitato “oltreconfine” mi pareva di intravvedere una strada che ritengo fosse quella che avrei percorso da Bardejov, se non fossimo entrati in Polonia. Una foto panoramica della chiesa, con il bosco autunnale sullo sfondo, entrambi illuminati dal sole, poteva essere interessante, così, ripartendo, passai il confine alla ricerca di questa immagine… la trovai.




Devo ammettere che questo “viaggio” più che un viaggio è stata una divagazione, bella, intensa, interessante, che ci ha lasciato la sana curiosità, quella che spesso mi porta a cercare mete particolari, quel fotografo ungherese che a Zehra mi definì “Pioneer” , forse aveva colto nel segno.