Torcello

Torcello non l’avevo mai vista, anche se ne avevo sentito parlare. Anche Antonella ci aveva parlato della Basilica e del Trono di Attila. Quel 3 gennaio 2020 doveva venire con noi ma il male di stagione l’aveva assalita il giorno prima.

Burano la si visita in poco tempo, soprattutto se si ha l’accortezza di distrarre la moglie dai negozi, cosa difficile da fare, ma con un po’ di impegno talvolta ci si riesce.  Dopo due giri del borgo ed una passeggiata all’isola di Mazzorbo abbiamo deciso di imbarcarci per l’attraversata che ci avrebbe portati a Torcello in pochi minuti.

Dal pontile di approdo con un’ulteriore passeggiata lungo il canale si attraversa l’isola, passando davanti ad alcuni ristoranti, che quel giorno erano quasi tutti chiusi, ed il Ponte del Diavolo, poi, superato un ultimo ponticello si arriva allo spiazzo antistante alla chiesa.    Il Museo Archeologico, la Chiesa di Santa Fosca e sotto il grande albero il Trono di Attila, sono tutti qui. Poco più avanti la Basilica, collegata alla Chiesa da un portico, oltrepassata questa uno spiazzo verde affacciato su un canale.

L’ingresso alla Basilica di Sana Maria Assunta costa 5 euro a persona, li vale tutti. Li vale talmente tanto che sarei stato disposto a pagare qualche cosa in più pur di poter scattare alcune fotografie seguendo la mia ispirazione, ma siamo in Italia e non si può. E’ un vizio tipicamente nostrano, quasi ovunque al di fuori dei confini nazionali, spesso pagando un “biglietto”, l’arte fotografica è permessa (Acquisgrana, nei Monasteri della Bucovina, nelle Chiese del Maramures, al Il Sangue Versato a San Pietroburgo od alla Cattedrale Navale di Kronstadt , a Notre Dame ed alla Saint Chapelle a Parigi e così via…) questo accade al di fuori dei confini in cui ci richiudiamo ed incassano anche da chi, nel rispetto delle indicazioni di non usare lampeggiatori o cavalletti, è disposto a pagare un ulteriore biglietto, pur di avere la soddisfazione di scattare le proprie fotografie. Era gennaio e c’era un discreto giro di turisti che, arrivando a “gruppi” secondo i tempi scanditi dagli orari del vaporetto, concedevano momenti poco affollati. Percepita questa alternanza di flussi e riflussi e le conseguenti pause ci siamo “organizzati” per visitare le due chiese nei momenti con pochi visitatori.  La sera, al rientro,  ho scoperto che il pulsante della mia Canon si era animato di “vita Propria” anche se ciò che casualmente ha immortalato non è di grande qualità.

Primadi rientrare con il vaporetto ci siamo fermati alla Taverna Tipica Veneziana dove abbiamo mangiato all’aperto, al coperto ed al caldo nonostante la stagione. In teressante l’organizzazione: una specie di self-service dove si ordina alla cassa per passare a ritirare appena pronto, con pietanze servite su “stoviglie” commestibili anche quelle. Cucina non eccezionale, ma veloce ed adeguata al prezzo. Siamo ripartiti rifocillati alla volta di Burano mentre iniziava a scendere una leggera nebbia.

Il suggerimento di Antonella è stato utile, Grazie, a buon rendere 😊

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