

Quant’è bello camminare. Quant’è piacevole farlo nella natura, che soddisfazione trovare posti nuovi, scoprirli e tornarci con più tempo a disposizione. Ligosullo-Castel Valdajer era una località sentita alla radio, nei bollettini meteo, molti anni addietro, nomi che mi sono tornati in mente il 7 ottobre del 2017 quando, dopo aver fatto una sgambata nella Forra del Chiarsò mi ricordai di questi nomi e decisi di andare a vedere il “Castello Valdajer”: era Chiuso.
La strada che porta a Valdajer da quel punto si sdoppia in due stradine una asfaltata ed una carrareccia, la monetina decise per la sinistra e così fù, era la carrareccia che conduce al Lago Dimon. Mi piace guidare, in ogni condizione e situazione, ma quella strada potei percorrerla solo per pochi km poi decisi di posteggire in uno spiazzo per proseguire a piedi, non per molto dato che era già pomeriggio avanzato e che al lago mancavano ancora un paio di km. Avevamo comunque nelle gambe la camminata della mattina. Nonostante la curiosità di vedere il lago decidemmo di scendere e di “riordinare le idee” rifocillandoci all’osteria AL CAMOSCIO di Ligosullo, con ottimo risultato.




La “curiosità” rientrò a casa con me e mi tenne compagnia, tentandomi, sino alla settimana seguente. Era venerdì 13 ottobre ed io, nato di venerdì 13, non sono superstizioso, così in una splendida giornata, di quelle limpide che offre, talvolta, l’inizio autunno oltrepassai Treppo Carnico prima delle 8 di mattina, superai Castel Valdajer percorrendo poi la carrareccia sino ad uno spiazzo dove lasciai la macchina e proseguii alla scoperta del Lago Dimon e della zona.

A parte la lunghezza del percorso soleggiato non ci sono difficoltà: dal Castel Valdajer al lago sono 6km scarsi, 550m di dislivello, percorso accorciato proseguendo in macchina per tre km sino ad un ampio spiazzo. Chi vuole può continuare sino al lago, ma la strada è in un punto piuttosto stretta. Il percorso è tutto esposto a sud e negli ultimi 2 km non ci sono più alberi, quindi tutto al sole con una splendida vista sulle montagne. Raggiunto il lago la strada lo aggira per due terzi sovrastandolo; un tavolino con due panche in legno per riposare e quindi proseguire lungo la carrareccia oltrepassando i ruderi di una malga nei pressi dell’inizio del sentiero che risale sulla destra verso il Monte Dimon a 2043m. Proseguendo ancora si arriva ad un ulteriore ampio spiazzo pianeggiante. Da qui, verso sinistra si risale un leggero pendio erboso sino ad un punto da dove la vista spazia sulla strada percorsa per salire e sulle montagne a Sud ed Est. Nelle vicinanze un sentiero scende in direzione di Treppo Carnico, mentre sempre dallo spiazzo di prima sale l’ulteriore sentiero che in breve conduce alla cima del Monte Paularo 2043m con una splendida visuale verso ovest ed il Monte Coglians. Da questo sentiero si può prosegue verso Malga Pramosio.





Quel giorno mi fermai sul monte Paularo ad ammirare il paesaggio ed addentare il panino prima di ridiscendere al Lago per scattare alcune fotografie apprezzando la quiete che l’ambiente trasmette e poi rientrare. Complessivamente percorsi 9,8km prima di tornare alla macchina che avevo lasciato a quota 1620. Mi domandai però come appaia il posto con la neve e portai con me il quesito.

Pochi mesi dopo la voglia di vedere il lago innevato mi tormentava tanto quanto la moglie che non lo aveva ancora visto in nessuna stagione. Avevamo inoltre iniziato l’operazione “Ferie Attive”: la preparazione per una vacanza che prevedeva alcuni giorni di visite in una grande città ed ai suoi parchi utilizzando il più possibile le gambe. Ci stavamo “allenando” con l’intenzione di perdere alcuni kg. Fu un’ottima scusa per un pernottamento al CRISTOFOLI di Treppo Carnico ed una cena alle FALENE prima della sveglia mattutina per “riempirci” della colazione da abbinare alla nostra dose di buona volontà. Con queste premesse la mattina del 29 aprile tentammo la salita. Ci avevano informati e sapevamo che in alto ci sarebbe stata neve. La neve di vedeva già dal paese, così lasciammo la macchina poco oltre Valdajer e proseguimmo a piedi per 4 km prima di trovare i primi colatoi ricoperti di neve che scavalcammo. Non avevamo portato i ramponi così, quando verso gli ultimi tratti prima dei tornanti trovammo la neve dei più “compatta” ed inclinata, in particolare quello del “ruscello” emissario del lago, tentammo la salita diretta attraverso gli arbusti che spuntavano dalla neve. Abbandonammo l’idea: era una lotta impari! La curiosità di vedere il lago con la neve è tuttora con me, la curiosità della moglie di vedere il lago, invece, si risolse 2 mesi dopo: tornammo il 19 giugno, sempre lasciando la macchina al Valdajer e risalendo salutando alcuni pastori con le greggi che incontrammo lungo la salita. Raggiungemmo il lago verso le 12 in una giornata soleggiata e ventilata. Assunta apprezzò il paesaggio e l’esito dell’allenamento, che la portò a camminare per tre giorni consecutivi su percorsi montani sempre diversi, io attendo ancora l’occasione per scoprire il lago innevato. La vacanza per cui ci eravamo allenati andò bene: una media di 12km al giorno a piedi, oltre alle visite, i tram, le metropolitane ed i ristoranti. Da marzo, quando avevo iniziato l’allenamento, ad agosto quando partimmo avevo “distrattamente” perso 11km. Andammo a San Pietroburgo.

il 16 giugno 2021, dopo aver subito due artroscopie ad entrambe le ginocchia nel giro di 9 mesi, a distanza di 2 mesi esatti dalla seconda per la quale stentavo a riprendermi, decidemmo che, pur di trascorrere una girnata in quota, avremmo trentato con due E-Bike noleggiate a Ravascletto da Morassi Sport. Fatta comodamente anche questa, il giorno dopo ripetemmo l’impresa da Fielis a Malga Dauda



