Un’area ricca di torrenti, boschi, natura, a poca distanza dalla pianura, ma da essa separata e pertanto diversa ed attraente. Una serie di piccoli Borghi, quasi impossibile visitarli tutti, ma che appaiono sempre diversi uno dall’altro, con le proprie particolarità. Un’area che merita essere visitata, anche con frequenti e ripetute “gite”, apprezzando i posti in stagioni diverse. Una zona dove, ad ogni curva è possibile addentrarsi nei boschi, costeggiando ruscelli, osservando tracce di animali ed ascoltarne i rumori in lontananza, ovviamente non nei periodi di apertura della caccia
CASTELMONTE – Pochi km di strada, sopra Cividale, si vede già da alcune zone dalla pianura. Il Santuario di Castelmonte è meta di pellegrinaggi, ma anche di escursioni nei boschi che lo circondano ed ancor più interessante se poi si prosegue, lungo la strada che ci passa alla sinistra oltre, verso nord, in direzione dei prati di Tribil, ed ancora oltre, verso Drenchia






CLODIG – se non la si conosce ci si arriva solo per caso, od almeno così e successo a me la prima volta. Dopo la visita a Cascata Kot, sorpresi dalla brevità del percorso, ci siamo avviati alla ricerca di paesaggi prima e trattorie dopo, attraversando Tribil, sino al Rifugio Solarie e trovando tutto chiuso, per ridiscendere ed imbatterci in questo piccolo borgo trovando aperto e funzionante la sola Trattoria alla Cascata,
La cosa non ci è dispiaciuta affatto, al contrario è risultata “istruttiva”, dato che, la “Zuppa di Castagne” non la avevamo ancora mai assaggiata. Un’occhiata dalla finestra del bagno, ci ha permesso di comprendere l’origine del nome, così, dopo esserci rifocillati, abbiamo anche raggiunto la cascata sul retro della struttura.
Ripartendo, in direzione Cividale, dopo circa 300m merita una breve sosta ad ammirare la forra che si apre sotto il ponte, affascinante.
KOLOVRAT – Una cresta montuosa o per meglio dire collinare, al confine con la Slovenia, quote non elevate ma panorami interessanti, che spaziano dalle montagne circostanti, quali il Monte Nero ed il Matajur, sino al mare. Un’unica strada per arrivarci, quella che da Tribil prosegue verso Drenchia… o viceversa, deviando poi sino al Rifugio Solarie. Nei pressi del rifugio un comodo posteggio, il cippo a ricordo di Riccardo Giusto (o Di Giusto) e poco oltre il confine con la Slovenia. Dal cippo, verso sinistra, parte una stretta stradina, asfaltata ma, ritengo, non carrozzabile. Bella da percorrere a piedi, in febbraio la mia prima volta su neve ghiacciata.
Lungo la strada, sono visibili alcune gallerie, risalenti alla 1’ Guerra, un paio di sentieri deviano attraverso vallette alberate verso la strada che si snoda, quasi parallela sull’altro versante di questi crinali, dove si trova anche il museo a cielo aperto, con trincee e fortificazioni della 1’ Guerra. E’ storia legata al nome di Caporetto, località che si trova in linea d’aria a pochi km, ancor più vicina è Tolmino. Un certo Erwin Rommel, ancora giovane tenente, salì da Caporetto diretto al Matajur, questo molti anni prima di diventare famoso, nella 2’ Guerra, con l’AfrikaKorps dapprima e nella zona della Normandia poi.
Lasciando la storia e le vicende belliche che mi hanno interessato sin da bambino, si risale ammirando il Panorama che si affaccia verso ovest, e che offre splendidi tramonti sulle sottostanti Valli del Natisone, si raggiunge con estrema facilità il Bivacco Zanuso, sono 3 km scarsi di camminata, incluse le deviazioni, partendo dal Rifugio Solarie












SAN LEONARDO – A breve distanza da San Leonardo, una stretta strada asfaltata attraversa i boschi costeggiando un torrente prima di risalire con un paio di tornanti. Fermarsi nello spazio che, risalendo, si trova dal lato sinistro, poco prima del primo tornante, può sembrare inutile perché da qui si scorgono solo alberi ed un torrentello, questa è l’impressione che può dare questa sosta a chi non ha mai sentito parlare di Cascata Kot. Ci sono stato la prima volta in una fresca mattina di fine ottobre, aveva piovuto i giorni precedenti e quella mattina, eravamo partiti presto accompagnati dal sole. Non che nella gola in cui si trova la cascata e lungo la quale scorre il torrente il sole ci arrivi spesso, al contrario, ma camminare con i primi raggi del sole che, sopra gli alberi, illuminavano il vapore acqueo con lo sfondo del cielo azzurro offriva una luce particolare.
Alla curva del tornante, un piccolo cartello, piuttosto malandato indica l’inizio del sentiero. Breve e facile, è solo necessario prestare attenzione se c’è umidità, perché da circa metà del percorso il sentiero si snoda su radici e sassi, diventando anche scivoloso. Si raggiunge dapprima un Tavolino con panchine in legno, da qui il sentiero si fa più stretto e sconnesso offrendo interessanti scorci sui sassi del torrente. Dopo un breve saliscendi con dei parapetti, sempre in legno, si raggiunge un piccolo terrazzamento con i resti di quella che un tempo fu una panchina; da qui si può ammirare la cascata, prima di scendere e, scavalcate alcune rocce più grandi, raggiungere l’alveo del torrente.
La “prima Volta” dopo alcune giornate di pioggia, c’era molta acqua; ci sono tornato altre volte, sempre in inverno, nella speranza vana sino ad ora, di trovarla ghiacciata. La passeggiata è veramente breve, da sola impegna non più di mezzora, pausa inclusa, ma fermandosi a fotografare con cavalletto e tempi lunghi avventurandosi lungo il torrente ed in altre aree del bosco, si riesce a trascorrere abbastanza tempo prima di poter poter poi risalire sin ad Altana, il borgo soprastante per fermarsi a pranzare in una gustosissima Trattoria: Da Walter, chiusa il Giovedì.
SAN GIOVANNI D’ANTRO – Dal Ponte San Quirino, anziché procedere diritti verso le Valli o girare a destra rientrando in direzione Cividale, si prosegue, dopo una curva a sinistra, lungo la SS54 in direzione Pulfero, prima di raggiungere Pulfero si gira nuovamente a sinistra superando un ponte per poi attraversare Tarcetta. Ancora pochi tornanti e si lasci ala macchina nei pressi del borgo di Antro, poi una piacevole breve camminata all’ombra del bosco prima di iniziare la salita di una rampa di scale che conduce alla Grotta d’Antro.
Bei ricordi per me, da quando 30/40 anni prima, con gli amici facevamo delle escursioni gastronomiche in zona, sino a quando, ad un primo appuntamento in una domenica pomeriggio di metà maggio accompagnai qui una persona, poi divenuta speciale: quella che ora arranca assieme a me nei nostri “giringiro”, imprecando silenziosamente quando i giringiro diventano più impegnativi
Al termine della scalinata si arriva ad un ingresso terrazzato che immette ad una chiesetta ricavata dall’ingresso della grotta, poi, molti anni addietro da solo o con amici speleologi, ora accompagnati da apposite guide, ci si può addentrare in un breve percorso, purtroppo antropizzato, a visitare il primo tratto della grotta stessa. Semplice ma interessante.










TERCIMONTE – Uno degli innumerevoli piccoli borghi di queste zone. Una piccola deviazione dalla Strada che, passando accanto a Polava risale verso il Matajur (altre pagine specifiche dedicate).
Arrivato nei pressi della Trattoria VRTACIA (in passato Orso Matto), solitamente lascio qui la macchina e mi avvio, a piedi sino a Tercimonte, talvolta tagliando per i boschi sino a raggiungere la chiesa ed il cimitero; una breve ma gradevole camminata, nel corso della quale, in una occasione, ho avuto il piacere di ammirare una nidiata di uccelli proprio nella acquasantiera che si trova accanto alla porta d’ingresso della chiesetta
All’uscita dalle “Valli” se non lo si è fatto prima, è utile una sosta in uno dei pochi locali dove posso ancora assaggiare il mio frico preferito: Frasca da Gianni
